Ursano, "ora vi spiego come vedo Pisa"

Il Coronavirus e l’appello: "Dobbiamo restare a casa e allora leggiamo e facciamolo al meglio"

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Pisa, 14 marzo 2020 - Giornalista e scrittore, cinquantadue anni, due libri con Mds editore, " Il mare capovolto" ed "Edelweiss", e uno in uscita a maggio, Marco Ursano è uno spezzino che ha una particolare affinità con Pisa. Perché questa affinità? "Ho trascorso a Pisa dodici anni della mia vita. Anni belli, di studio e lavoro. Di amori e amicizie importanti, che ti segnano per tutta la vita. È una città che amo, che ho conosciuto in profondità. Lo dico con un certo orgoglio: sono stato il primo pizza express di Pisa, durante l’ultimo anno di università. Le strade di Pisa per me non hanno segreti. Una esperienza che racconto nel prossimo romanzo in uscita con Mds Editore, che contiene una parte in cui il protagonista è trascinato nel turbine del movimento della Pantera e contro la prima Guerra del Golfo. Credo che molte persone si riconosceranno in quelle storie e in quelle atmosfere". Non è l’unica volta che Pisa è protagonista nei suoi romanzi. "Il mio primo romanzo, "L’amore romantico non muore mai", del 2006, è ambientato interamente a Pisa. Con MdS editore ho esordito con un racconto su Franco Serantini nella raccolta "Vituperio delle Genti", unico spezzino in mezzo a un mare di autori pisani. Nella raccolta di racconti "Il mare Capovolto", sempre per MdS, il racconto "Il Cercatore" è ambientato in una Marina di Pisa flagellata da una mareggiata, con incursioni nel centro storico della città, piazza Santa Caterina su tutti, la mia piazza preferita. Credo che Pisa e il suo territorio siano luoghi molto cinematografici e letterari. Una città così accogliente, nonostante a prima vista sembri il contrario, crocevia di idee e provenienze, è una miniera di storie e di personaggi. Basta saperli cogliere". Come trascorre questi giorni di pandemia? "Sono chiuso in casa da una settimana, con mia moglie e i miei bambini, Emma ed Ettore, due gemelli di otto anni. Non è facile. Sono un claustrofobico. Lavoro molto, computer e telefono. Leggo, con mia moglie ci inventiamo attività per i bimbi oltre i compiti. Sono in revisione delle bozze del nuovo libro. La mente è occupata, ma l’angoscia di fondo c’è. Silvia Belli , amica, direttrice della collana …Storie di MdS e mia editor di fiducia, mi manda i suoi messaggi rassicuranti con scritto “sembra di essere in uno dei tuo romanzi”. In effetti, qualche racconto e romanzo distopico l’ho scritto. Spesso la letteratura è anticipatrice, anche profetica. Ma passerà, sono convinto. Siamo un Paese geniale e cialtrone al tempo stesso, speriamo che prevalga la genialità. Mi auguro che, sconfitto il coronavirus, tutti i cantori dell’ultraliberismo, che hanno contributo a scardinare il valore del bene pubblico, a partire dalla sanità, rimangano afoni". Come è il suo rapporto con Mds? "Considero MdS una seconda famiglia. Una banda di pazzi furiosi e pericolosi. Un presidio fondamentale di cultura che va difeso e preservato. Non ci sono case editrici di queste dimensioni che hanno un catalogo di questa qualità. Penso a Bartelloni , a Vannozzi , alla Ficocelli , a Cotronei , tutti autori di grande talento. In questi giorni di coronavirus tutto il mondo della cultura è in grave difficoltà. Sosteniamolo. Una casa editrice come MdS è un patrimonio di tutti. Aiutiamola. Compriamo i suoi libri sul sito www.mdseditore.it, arriveranno direttamente a casa. Dobbiamo stare nelle nostre abitazioni, leggiamo, dunque. E leggiamo bene".