
L’ex presidente aeroporto, Ezio Corucci
Pisa, 27 novembre 2021 - Per l’Inps, anzi, per la multinazionale che l’ente italiano ha incaricato di controllarne l’esistenza in vita, è morto. Lui però è vivo – da molti anni risiede a Cuba – e da tre mesi non riscuote la pensione perché, in pratica, non ha inviato entro il termine del 19 ottobre i documenti che ne testimoniano... l’esistenza in vita. A chi avrebbe dovuto inviarli? Alla stessa multinazionale inglese incaricata a sua volta di farglieli avere per compilarli. Questa storia è un pasticcio e ha come protagonista un personaggio pisano assai noto, Ezio Corucci, che dal 1980 al 1993 fu il primo presidente di Sat.
Di Corucci, socialista, fu in quegli anni celebrata la lungimiranza nell’emancipare l’aeroporto civile da quello militare fino a iniziare a renderlo la porta della Toscana. Fu in effetti il primo, ricordano le cronache, a bucare l’embargo di Cuba e a creare un collegamento diretto Pisa-L’Avana. A un certo punto fu investito da un’accesa polemica politica – gli anni erano quelli di Tangentopoli – per aver regalato al ristorante di un hotel cubano un costoso set di pentole (per milioni di lire) che sarebbe servito per cucinare piatti della cucina mediterranea agli italiani che da Pisa qui avrebbero soggiornato. "Fu un atto di solidarietà per quel popolo investito dall’embargo – ricorda Carlo Sorrente, segretario socialista, attivatosi per aiutare Corucci a riavere la pensione -. Quell’episodio delle pentole lo amareggiò così tanto da decidere di concludere il mandato in Sat per ritirarsi a Cuba".
Qui Corucci lavora nell’import ed export di prodotti tipici toscani e cubani fino a 15 anni fa, quando la legge italiana gli consente di andare in pensione. A Pisa aveva lavorato in Ateneo come tecnico. Da ottobre però la sua pensione "sparisce" perché, in pratica, CityBank, che sostiene di aver inviato a Corucci e a chissà quanti italiani all’estero, il plico con i documenti da compilare per dichiarare che sono ancora in vita, non ha avuto da lui risposta e perciò lo considera morto".
Neppure l’interessamento dell’ambasciata è servito per rimediare all’equivoco, perché a CityBank non bastano rassicurazioni informali, vuole i documenti in orginale. Ma le poste cubane non sono affidabili e Corucci, che ha 84 anni e ha accusato il colpo, "dovrebbe venire in Italia e da qui inviare il suo plico in Inghilterra". Insomma, ora, grazie a una rete di amici, fra cui appunto Sorrente, Corucci potrà consegnare il plico a un italiano a Cuba che, una volta arrivato in Italia, lo spedirà a Citybank in Inghilterra e sperare che la sua attestazione venga validata e gli possa essere restituita la pensione. C’è un ultimo inghippo, però: perché la norma prevede che gli arretrati siano consegnati in contanti recandosi a uno sportello di West Union. Ma questo sportello è chiuso a Cuba a causa del gelo con gli Stati Uniti… Come andrà a finire?