ANTONIA CASINI
Cronaca

Pene alternative: è boom. Passeggiata tra i luoghidove si sconta e si riabilita, fra cura del verde e sport

Elena Fiorini, Uepe di Pisa: “In 5 anni gli utenti sono più che raddoppiati. Percorsi seri di reinserimento nella società che deve diventare più accogliente”. I responsabili dei progetti: “Un percorso di vita che arricchisce sempre”

Pene alternative: è boom. Passeggiata tra i luoghidove si sconta e si riabilita, fra cura del verde e sport

Pisa, 14 settembre 2025 – Una passeggiata nei luoghi che ospitano i percorsi legati alle pene alternative e la riabilitazione. A volte si tratta di piccoli reati in cui ciascuno può incappare, ma questi progetti, assicurano i responsabili, “lasciano il segno in tutti”, anche se poi le strade che vengono prese sono diverse. “Giustizia in cammino”, l’iniziativa che si è svolta sabato mattina nel quartiere Sant’Antonio, uno per tutti, è la prima del genere nella nostra città. È stata organizzata dall’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Pisa insieme alle realtà che ogni giorno collaborano con l’Uepe e ospitano le persone che usufruiscono della giustizia di comunità. E sono sempre di più. Anche a Pisa.

Il gruppo davanti alla Domus Mazziniana, una delle tappe del percorso
Il gruppo davanti alla Domus Mazziniana, una delle tappe del percorso

L’ufficio pisano nel 2024 ha preso in carico 1300 persone che si sono impegnate nel lavoro di pubblica utilità, erano 911 nel 2023, attualmente (in corso) sono 387. Negli ultimi cinque anni sono più che raddoppiate. “L’obiettivo della pena è punire, ma anche essere utile alla persona e alla comunità – ha spiegato più volte Fiorini – Occorre fare in modo che si applichi la restrizione della libertà, dove è prevista dalla legge, ma anche prevenire la recidiva, per una società più sicura facendo cambiare atteggiamento nei confronti delle regole”. Un pezzo di giustizia “che non molti conoscono. Si parla giustamente, tanto, della condizione del carcere, ma non molti sanno che se in questo momento ci sono circa 60mila detenuti in Italia, altre 100mila persone scontano una pena fuori dal carcere, persone che noi non vediamo, perché coinvolte nella vita di tutti i giorni, che si muovono sulla scorta di un provvedimento della magistratura, e che tramite programmi di qualità realizzati dal nostro ufficio, scontano una pena che è attiva”.

E anche ieri, nella parte finale dell’itinerario, erano tutti insieme: cittadini, studenti, cittadini ancora impegnati nelle misure alternative, altri che hanno finito da poco”. Con loro, magistrati, operatori, avvocati, volontari delle associazioni che li ospitano e li guidano e l’assessore Gabriella Porcaro. “Vogliamo spiegare che lavoro facciamo, eliminando gli stereotipi con percorsi seri di reinserimento nella società per renderla più accogliente, altrimenti saranno respinti”.

“Accogliamo tutti: persone di età e nazionalità diverse – racconta Daniela Conviti, responsabile progetto StORTO che si svolge dal 2016 nel parco Cosimo e Damiano e nell’Orto Botanico – Abbiamo cominciato con l’allora vicesindaco Paolo Ghezzi. Al momento abbiamo circa 20 cittadini con noi. Nonostante il periodo di chiusure del Covid, in questi anni ne abbiamo accolti più di 200. Fondamentale fare rete collaborando con le varie realtà, con l’Uepe, la psichiatria territoriale e il Serd”. Il cambiamento alla fine del percorso? “Ci si confronta su alcune modalità di vita e valori. Ricordo un signore venuto per un reato minore: aveva qualche pregiudizio sugli stranieri. Ma, poi, quando è stato assente un giovane di origine albanese per un incidente sul lavoro, si è molto preoccupato. Non so se abbia cambiato idea, ma qualcosa questi progetti lasciano sempre”.