
Il professor Silvestro Micera, specializzato in bioelettronica e bioingegneria alla Sant’Anna di Pisa
"Questo risultato è il frutto di un lavoro corale e di un progetto col quale pensiamo di poter aiutare i 2/3 delle persone paraplegiche con lesioni al midollo a tornare sulle loro gambe". Alzati e cammina, letteralmente. E’ successo all’ospedale San Raffaele dove un uomo di 33 anni, paraplegico dopo un incidente che ha comportato una lesione midollare, è riuscito a camminare nuovamente. Non si tratta però di miracolo, ma di scienza made in Pisa. Questo è infatti il risultato di un progetto avanguardia mondiale, con cui la Scuola Sant’Anna di Pisa in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano e l’Università Vita-Salute San Raffaele è riuscita a ridurre le contrazioni muscolari involontarie e far tornare il 33enne nuovamente sulle sue gambe.
"Il progetto, iniziato nella primavera 2023 - spiega Silvestro Micera, ordinario della Scuola Sant’Anna e coordinatore della ricerca - aveva l’obiettivo di ridurre la spasticità, ossia le contrazioni involontarie dei muscoli che rendono molto difficile, se non praticamente impossibile, ogni tentativo di controllo motorio".
Professor Micera, come siete riusciti a far camminare una persona paralizzata?
"Sfruttando un neurostimolatore impiantabile e usando nuove modulazioni dei segnali elettrici, siamo riusciti a ridurre sensibilmente la spasticità muscolare sul paziente. Senza questo ostacolo, ha potuto completare un percorso di riabilitazione recuperando le funzioni motorie". Come mai è così importante ridurre la spasticità?
"Le spiego: attualmente le persone paraplegiche possono essere reclutate per esperimenti di stimolazione del midollo spinale a bassa frequenza, che permettono di tornare a camminare. Se il paziente presenta spasticità non può essere reclutato per il protocollo sperimentale. Grazie al nostro studio possiamo eliminare la componente spastica".
E dunque permettere a più persone di avere accesso alla riabilitazione.
"Esattamente, e non stiamo parlando di piccoli numeri".
Può fare una stima?
"All’incirca i 2/3 dei pazienti paraplegici con lesioni al midollo spinale presentano spasticità. Mettendo le mani avanti le dico che secondo le nostre previsioni potremmo aiutare tutti i pazienti paraplegici. Ovviamente non abbiamo certezze assolute, ma siamo ottimisti".
Come vi siete sentiti nel portare avanti un progetto che fa tornare le persone a camminare?
"La sensazione di aiutare le persone che hanno seri problemi ci ha fatto grande piacere, anche perché ridiamo loro la speranza di ritornare alla vita. Ci impegniamo con tutte le nostre forze per portare avanti l’idea di una scienza che sia sempre al servizio delle persone e soprattutto dei più deboli".
I prossimi passi?
"L’obiettivo che abbiamo adesso è allargare il numero di pazienti che possano prendere parte a questa sperimentazione, in modo da confermare questi risultati preliminari. Attualmente il San Raffaele può fare impianti ogni 2 mesi, e a oggi sono 8 i pazienti trattati. Inoltre, vogliamo allargare le tipologie di persone da curare per dare una prospettiva anche ai pazienti che hanno problemi di livello non traumatico al midollo".