
Anche monsignor Saverio Cannistrà e l’imam Khalil all’iniziativa di giovedì sera: partecipazione record
di Maddalena Nerini
CASCINA
Erano tante le luci che hanno illuminato il centro storico cascinese la sera di giovedi 18 settembre: più di mille le persone che con una fiaccola in pugno si sono messe in marcia per accendere un faro sul genocidio che sta devastando la Striscia di Gaza in Palestina, una marcia in nome della pace e della salvezza di un popolo ormai demolito e distrutto dalla guerra. Un percorso che è iniziato in piazza della Chiesa, e che poi entrando in Corso Matteotti e uscendo da Porta Pisana, è proseguito in direzione di viale Comaschi sulla circonvallazione, per poi rientrare nel Corso da porta Fiorentina fino alla conclusione in Piazza dei Caduti dove si sono tenuti gli interventi delle autorità istituzionali e religiose. "Davanti a tutto ciò non possiamo restare spettatori passivi – ha detto il sindaco di Cascina Michelangelo Betti - A Gaza stiamo assistendo a un massacro quotidiano inesorabile da parte dell’esercito di Israele, un massacro che è simbolo del fallimento e della sconfitta dell’intero occidente. Si tratta di spazzare via un popolo cancellandone la memoria. Questa di stasera sarà un’irrilevante goccia nel mare, ma almeno iniziamo a far alzare la marea; l’errore è rimanere a casa." Un’indifferenza che non deve esistere, per una guerra che giorno dopo giorno vede un sempre più alto numero di vittime; e in una città dove prima c’erano strade, case e vita adesso c’è morte, macerie e distruzione. Dall’alto, una striscia di bagliori luminosi ha rischiarato le strade del centro cascinese, mostrando solidarietà oltre a una numerosa e convinta partecipazione; un momento di riflessione sul valore della Pace, oggi più che mai messa in discussione, e una serata per sensibilizzare la cittadinanza sul genocidio in atto contro il popolo palestinese, in un momento storico già segnato da conflitti internazionali anche nel resto d’Europa. "Le immagini che vediamo sono fatti - ha sottolineato l’arcivescovo di Pisa, monsignor Saverio Cannistrà, tra i primi ad aderire all’iniziativa promossa da varie realtà associative dell’hinterland pisano, sindacati e dall’Anpi – non immagini. Sono fatti inquietanti che ci strappano all’ordinarietà delle nostre esistenze-Siamo piccoli ma abbiamo una voce sottile che ha bisogno di unirsi a altre voci per diventare un coro. Non si tratta di un urlo bestiale che mette a tacere l’altro: coro vuol dire la voce di un popolo che esprime ciò che palpita nel cuore di ciascuno; un coro di esseri umani che non si fanno trascinare dall’ondata di violenza e prepotenza che minaccia non solo le case, ma anche le nostre anime e la nostra ragione".
Presente alla marcia anche l’imam di Pisa Mohamed Khalil. "Famiglie cancellate dal registro civile, scuole rase al suolo, ospedali distrutti e giornalisti uccisi per impedire il racconto di quello che sta succedendo; – ha sottolineato l’imam – Oggi mentre il mondo conta i morti resta il dovere di non tacere, la mia voce non fermerà le bombe, ma va contro l’indifferenza" La marcia si avvia verso la fine e le fiaccole si spengono l’una dopo l’altra: la partecipazione ha superato le aspettative mostrando ancora una volta che la pace è una priorità e che l’indifferenza a Cascina non è tra le opzioni.