REDAZIONE PISA

"Nostro figlio positivo, noi chissà" La storia di una famiglia sospesa

Lo sfogo: "Seguiti solo dal pediatra e dai parenti. E stiamo accumulando. i rifiuti in casa nostra"

Una famiglia della Valdera isolata e senza sapere, seguita dai parenti più che dal sistema. Tutto comincia il 28 ottobre. "Quando nostro figlio, che ha meno di tre anni (non frequenta i servizi per l’infanzia), ha presentato febbre alta. Il pediatra ha immediatamente provveduto a effettuare la richiesta tamponetest rapido che abbiamo prenotato il 30 sul sito. Il giorno successivo c’era già il referto online: positivo. Il pediatra di riferimento ha dato indicazioni sulla terapia da seguire ed è stato un valido punto di riferimento. Negli stessi giorni, anche noi abbiamo iniziato a presentare sintomi compatibili con il Covid19. Così, il 31 abbiamo contattato la guardia medica, specificando la presenza di un bambino, contagiato presumibilmente da uno di noi genitori in quanto in contatto solo con noi. La risposta della guardia medica ha incluso la diagnosi di ‘frescata’ e il suggerimento di ‘bere latte e miele’ in caso di tosse secca, già presente, e di fare riferimento al medico curante per il 2. Il 1° il bambino ha effettuato il tampone molecolare per confermare quanto rilevato dal tamponetest rapido, la cui risposta è arrivata il 5. Il 2 abbiamo contattato il medico curante, riferendo la situazione e i sintomi".

Ma il medico "ha detto che non avrebbe prescritto il tampone in quanto compito del Dipartimento di prevenzione, sottolineando che il Dipartimento non ci avrebbe mai contattato in quanto il sistema sarebbe stato fuori controllo. E ci ha prescritto una terapia di cortisone e antibiotico, data la sintomatologia presentata e dando per scontata la positività da covid19. Abbiamo chiesto informazioni su come poter effettuare privatamente il tampone ma ci ha risposto che non sarebbe stato possibile uscire dal domicilio. Non avendo una positività accertata, ma solo presunta, non abbiamo avuto alcuna presa in carico da parte dei servizi sanitari territoriali competenti. Poco dopo la mezzanotte del 5 abbiamo potuto prenotare il tampone online con notevoli difficoltà (circa 20 collegamenti a testa). Il 6 lo abbiamo fatto al drive through".

I rifiuti. "Sul sito web del Comune in cui risediamo e sul sito dell’azienda che ha in gestione la raccolta non ci sono informazioni. Il Comune ha riferito di non conoscere la totalità dei positivi residenti ma solo una parte. Nostro figlio, per esempio, non risultava nell’elenco e ci hanno suggerito di contattare in autonomia l’azienda e di attendere la consegna degli appositi bidoni che però non è garantita. Abbiamo quindi avuto l’indicazione di inserire i rifiuti in due sacchi neri e di accumularli in casa". I legami personali unica salvezza. "Noi abbiamo avuto la grande fortuna di disporre di contatti parentali residenti in un’altra zona, impegnati nell’emergenza covid sul versante sanitario, che telefonicamente ci seguono monitorando la nostra sintomatologia e abbiamo inoltre avuto a disposizione un saturimetro personalmente acquistato nei mesi scorsi".