Un colpo basso per due eccellenze pisane, la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna: le due fuoriclasse indiscusse in Italia e nel mondo sono state escluse dalla classifica elaborata dall’agenzia QS World University Ranking che misura a livello mondiale la reputazione degli Atenei. Una esclusione ‘a priori’ che sa di paradosso visto che le due eccellenze pisane, un anno fa, erano state valutate dalla stessa agenzia fra le prime duecento al mondo e fra le prime in Italia. Quest’anno, però, arriva il colpo di scena che trova ragione nel cambiamento dei criteri di Qs nello stilare le proprie classifiche e che hanno reso in pratica a priori "invalutabili" (perché non rilasciano titoli di laurea) proprio due pilastri dell’eccellenza accademica italiana. Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore, e Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, intervengono ad una sola voce: "Abbiamo già espresso con lettere indirizzate al management di QS Quacquarelli Symonds la nostra perplessità e ci è stato spiegato che, da quest’anno, non saranno incluse le università che non rilasciano il titolo di laurea".
"Prendiamo atto di una scelta così sorprendente, alla luce del fatto che è arrivata dopo molti anni in cui eravamo conteggiati, auspicando un ripensamento negli anni a venire. Altrettanto sorprendente è quanto si dichiara nel comunicato stampa QS World University Rankings 2021: ‘le Università devono essere pluridisciplinari e attive in almeno due macro aree di studio’, perché Normale e Sant’Anna coprono entrambe più di due macro aree di studio". "In generale – proseguono -, continuiamo a ritenere che si debba giudicare il livello di un ateneo dalla preparazione del suo corpo docente, dall’impatto degli studi dei professori e dei ricercatori nella letteratura scientifica, dai risultati della ricerca, dall’internazionalizzazione, dai successi che conseguono gli studenti nelle carriere professionali: tutti criteri che fanno della Scuola Superiore Sant’Anna e della Scuola Normale Superiore due punti di riferimento nella preparazione universitaria del nostro paese. Ogni anno migliaia di studenti partecipano ai nostri concorsi di ammissione perché riconoscono nelle nostre istituzioni le ‘palestre’ ideali per sviluppare il loro talento, e continueranno a farlo quest’anno e nei prossimi, indipendentemente dalla presenza nel ranking generale QS World University Rankings". Nel frattempo, nello stesso ranking, sale l’Università di Pisa, che si attesta al 383° posto nel mondo, scalando 6 posizioni rispetto allo scorso anno. "Le 50 posizioni scalate nel QS Ranking e le 21 guadagnate nella classifica del CWUR – commenta il rettore Paolo Mancarella - ci raccontano di un Ateneo pisano che migliora costantemente il proprio posizionamento nello scenario internazionale".
Eleonora Mancini