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Il maestro del restauro. Addio a Romagnoli, artigiano orafo per 50 anni

Con il fratello Piero, per mezzo secolo, ha gestito l’attività in via dell’Arancio

Romano Romagnoli

Romano Romagnoli

Pisa, 7 dicembre 2024 – Cinque anni fa poco dopo la morte di suo fratello Piero anche il negozio di via L’Arancio chiuse per sempre la saracinesca e oggi con la scomparsa di Romano Romagnoli Pisa perde per sempre la testimonianza di quell’artigianato orafo che per cinquant’anni, nel cuore del centro storico, ha rappresentato un punto di riferimento per generazioni di pisani e non solo. Romano si è spento un paio di giorni fa a 83 anni e oggi alle 14 si svolgeranno i funerali presso la cappella del cimitero della Misericordia in via Pietrasantina. “Mio padre e mio zio - ricorda la figlia Irene Romagnoli - erano artigiani bravissimi, custodi di una manualità che faceva del loro lavoro un’arte. Io e i miei cugini abbiamo preso strade professionali diverse, ma quella bottega è stata molto di più che un esercizio commerciale. Era tutta la sua vita. Un laboratorio che con il passare degli anni somigliava a una specie di museo dove il loro lavoro quotidiano si fondeva con la storia della città trasformandosi in testimonianza”.

Erano maestri nel restauro di oggetti preziosi e appassionati della storia, soprattutto di quella pisana. Avevano iniziato a lavorare l’oro fin da bambini. Manualità e creatività sviluppate usando cannello, ciappole e bulino: nomi di vecchi attrezzi usati nell’oreficeria dei fratelli Romagnoli, dove l’oro si lavorava nello stesso modo dei secoli precedenti. Dove la professionalità faceva rima con la storia. E che trasformava quell’oreficeria di via de L’Arancio 29 in qualcosa di diverso dal semplice commercio. Era arte, cura, stile. E persino museo: c’erano le monete etrusche e le spille traforate, che richiedevano almeno una settimana di lavoro, e perfino un Samurai.

Oggetti d’arte che nei musei ci sono finiti per davvero: uno di questi è il Museo della Cattedrale di Lucca. Le creazioni di Romano Romagnoli e di suo fratello Piero si sono ispirate all’arte e alla filosofia. Come i segni dello zodiaco a indirizzo antroposofico nati come citazione della visione dell’universo del filosofo tedesco Rudolf Steiner. Più che un lavoro, era una missione quella di Romano che amava ripetere: “L’artigianato, dovrebbe essere locale e tipico di una realtà. Se spariscono le differenze tra le varie creazioni, tutto diventa uguale e piatto”.