
Il distacco della benna dell’escavatore, usata per puntellare l’albero che stava per essere tagliato, potrebbe essere la causa della morte sul lavoro di Singh Jitendra, 33enne di origine indiana, rimasto ucciso domenica mattina nella tenuta agricola Piappina di Giovanni Biscottini, sulle colline di Peccioli. Jitendra era socio di minoranza dell’azienda agricola e abitava in una delle case della stessa proprietà con la moglie e due figli piccoli. Una tragedia. Per i suoi familiari prima di tutti, per Biscottini e la sua famiglia, per i colleghi e per tutta la comunità di Peccioli.
Sulle cause del mortale infortunio sul lavoro – il quinto in Toscana in dieci giorni – stanno indagando i carabinieri e la medicina del lavoro dell’Asl Toscana nord ovest. Dai rilievi sembra che il trentatreenne di origine indiana sia stato colpito alla testa dal pezzo del mezzo meccanico che gli ha provocato una ferita molto profonda. La dinamica non è ancora chiara ed è al vaglio degli inquirenti che avranno particolari risolutori dall’autopsia. Al momento non ci sono indagati. La Procura di Pisa sta coordinando il lavoro di carabinieri e Asl per chiarire tutti i particolari di una tragedia immane. Sul fatto che si sia trattato di un incidente sul lavoro gli inquirenti non hanno alcun dubbio.
Intanto arrivano le reazioni delle istituzioni e dei sindacati sull’ennesima morte sul lavoro in Toscana. Il presidente della giunta regionale Eugenio Giani ieri nel tardo pomeriggio ha affidato ai social le sue parole: "Dobbiamo interrompere questo stillicidio di morti sul lavoro – ha scritto Giani – Tutta la Toscana si stringe attorno alla famiglia dell’operaio di 33 anni. La Regione ha da tempo messo in campo strumenti per potenziare la sicurezza e campagne per sensibilizzare la popolazione fin dai banchi a scuola. Non dobbiamo arrenderci e proseguire su questa strada per diffondere la cultura della prevenzione a tutti i livelli: assieme alle parti sociali e alle istituzioni locali, con le scuole e le aziende sanitarie, intervenendo con investimenti, controlli e sanzioni e fornendo alle imprese strumenti per investire di più e meglio nella sicurezza".
"Una morte inaccettabile, l’ ennesima in una strage che sembra non aver mai una fine – scrive la Flai-Cgil – Riscontriamo ancora una volta come non venga fatto abbastanza nei luoghi di lavoro per la prevenzione e la sicurezza, e lo dimostrano purtroppo i numeri di infortuni che si verificano quotidianamente. Manca una vera cultura alla sicurezza". "Basta morti sul lavoro – attacca Usb Pisa – La nostra regione è la prima in Italia, non è accettabile. Ormai i lavoratori sono considerati meno delle merci che manipolano, siamo ritornati ai primi del novecento. Necessitano interventi forti e mirati". "Basta morti sul lavoro", l’urlo di Rete Inside e Agorà Pisa.
gabriele nuti