Morto carbonizzato: gli ultimi messaggi di Francesco Pantaleo

I carabinieri stanno visionando i filmati di 24 telecamere. Istigazione al suicidio: riflettori sul computer e il cellulare del ragazzo. Iniziata l’autopsia: un pool di esperti e periti

Francesco Pantaleo e il luogo del ritrovamento

Francesco Pantaleo e il luogo del ritrovamento

Pisa, 4 agosto 2021 - Le persone che conosceva virtualmente e non e quelle che frequentava. E’ quanto stanno approfondendo in queste ore i carabinieri che indagano sulla morte di Francesco Pantaleo, lo studente 23enne marsalese, che abitava a Pisa: frequentava Ingegneria. Ieri è cominciata l’autopsia: saranno necessari giorni per mettere insieme tutti i numerosi dettagli e avere delle risposte ( come scriviamo anche nel nazionale ). Il 27 luglio - aveva riferito alla famiglia - aveva detto che sarabbe cominciato il suo appello di esame. "Ma quella data non risulta", ci aveva confidato babbo Tonino. Il padre insieme alla madre Franca ha cercato a lungo il figlio facendo appelli. Poi, venerdì scorso, è arrivata la risposta del confronto, risultato positivo, sul Dna dei resti trovati carbonizzati a San Martino Ulmiano, dei prelievi fatti sullo spazzolino e gli occhiali del giovane e su quelli effettuati sulla madre. Da allora, i genitori sono in silenzio. "Sei il nostro angelo", scrivono su facebook.

Francesco, "riservato", chiuso nella sua camera anche durante il lockdown; che, sembra, non fosse vicinissimo al titolo di studio, ma che aveva dato esami, come molti altri universitari; che si collegava online per i giochi di combattimento. Chi ha incontrato in quel mondo a volte anonimo e senza regole? Qualcuno che fa parte della rete più oscura può avergli fatto del male? Un tecnico passerà al setaccio il suo computer e il suo cellulare alla ricerca di messaggi e indizi. L’indagine è tecnicamente per istigazione al suicidio. Tanti i punti che si spera l’esame autoptico (la pm è Lydia Pagnini, segue il caso anche il procuratore capo Alessandro Crini) possa chiarire. Soprattutto come è morto? E quale è il combustibile usato? Non sono stati rinvenuti carburanti o micce nelle vicinanze. Ma il calore raggiunto è stato elevato e potrebbero essere andati distrutti nell’incendio. Alcuni residenti hanno percepito odore di bruciato la sera di sabato 24 e il decesso potrebbe effettivamente risalire a quell’ora o, al massimo all’alba di domenica.

Sotto la lente le ultime ore di vita del ragazzo. E, per ricostruire il suo percorso e capire se possa aver trovato e parlato con qualcuno, i militari stanno osservando le immagini delle 24 telecamere che si trovano lungo il tragitto che potrebbe aver fatto. La zona in esame è quella compresa tra l’abitazione del 23enne fino all’area in cui è stato ritrovato, via di Pescina. Un raggio di oltre 5 chilometri. La videosorveglianza è presente nella Stazione di San Rossore: al binario tre è stato fiutato dai cani molecolari. E si trovano anche alla Stazione di San Giuliano Terme dove lo studente potrebbe essere approdato. Sei le consulenze disposte. Da quella sul Dna a quella sugli apparecchi elettronici. E poi, quella del professor Marco Di Paolo sul cadavere. Ci vorranno giorni per il responso. Da un primo esame esterno non sono risultati segni di violenza precedenti al fuoco. Importante sarà anche il tossicologico per capire se ha inspirato fumo: era vivo quando le fiamme lo hanno avvolto?