Un lunghissimo duello tra i consulenti, durato altre quattro ore sulle cause e circostanze della morte. Poi il rinvio a maggio quanto il giudice del tribunale di Pisa Eugenia Mirani potrebbe decidere, si apprende, di procedere con la nomina di un proprio perito. E’ il processo chiamato a fare chiarezza su eventuali penali responsabilità nella morte di Katia Spinesi, 31 anni, che morì in ospedale il 7 febbraio 2014 per un aneurisma all’arteria illiaca che per l’accusa non sarebbe stato diagnosticato o sarebbe stato trascurato. A giudizio, con ipotesi di reato l’omicidio colposo, ci sono il dottor Andrea Falleni, 54 anni, di Pisa, dirigente della Radiodiagnostica del pronto soccorso, tutelato dall’avvocato Stefano Del Corso, e il dottor Fabio Zampieri, 56 anni, di Viareggio (difeso dall’avvocato Luca Pietrini), dirigente medico dell’unità operativa di Chirurgia d’urgenza. L’avvocato Patrizio Pugliese, invece, segue l’azienda ospedaliera, citata in giudizio come responsabile civile. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Giovanni Berti Mantellassi ed Eleonora Antonuccio.
La 31enne era arrivata al pronto soccorso la sera di martedì 4 febbraio. Aveva forti dolori all’addome e dopo gli esami e il trattamento farmacologico ai familiari fu detto che la donna avrebbe dovuto essere operata. Secondo l’accusa a vari livelli ci sarebbe stata una mancata diagnosi sul malore che aveva portato la paziente a farsi ricoverare. Un arresto cardiaco se la portò via. Al centro del dibattimento – e del duello di perizie – ci sono esami e valutazioni mediche, il passaggio al pronto soccorso con le radiografie e le analisi che avrebbero potuto o dovuto far emergere, stando all’accusa, l’aneurisma in atto. Un proceso, quello in corso, invocato dalla Procura (inchiesta del pm Aldo Mantovani) e dalla parte civile per stabilire come andarono le cose e se ci furono eventuali negligenze nella cura della paziente.
C. B.