
C’è una bella notizia per chi è affetto da Mieloma multiplo. Il Covid non rallenta la ricerca anche sulle altre malattie, tanto che anche per il mieloma multiplo, recidivato e refrattario alle terapie convenzionali, è stato scoperto un ‘bug’, un varco, per indebolire la malattia. È già disponibile al Santa Chiara un nuovo anticorpo monoclonale appena approvato dall’Ema e che, secondo i dati preliminari degli studi clinici, fa ipotizzare un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti affetti dal mieloma multiplo recidivato refrattario alle terapie convenzionali.
I pazienti con questo male sono infatti tra i più penalizzati dal Covid, perché, se contagiati, per loro è maggiore il rischio di sviluppare conseguenze più gravi, ma anche perché devono recarsi spesso in ospedale per i trattamenti. Al momento non esiste una terapia in grado di guarire definitivamente la malattia, ma negli ultimi anni sono fatti importanti passi in avanti per trattare anche i casi più difficili. "In Italia si registrano ogni anno circa 6.000 nuovi casi di Mieloma multiplo. In Toscana, l’incidenza è di 230-250 nuove diagnosi ogni anno e con diverse centinaia di pazienti, che convivono con questa malattia onco-ematologica" spiega Mario Petrini, direttore dell’ Ematologia Universitaria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Ospedale Santa Chiara –. I nuovi farmaci hanno permesso di ottenere ottimi risultati con profondità e durata della risposta, impensabili fino a pochi anni fa. Ad oggi però la malattia resta inguaribile e quasi sempre è necessario ricorrere a terapie di seconda e terza linea".
"L’indicazione all’uso di questa nuova molecola in pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario pesantemente pretrattati è una tappa importante nella nostra pratica clinica – aggiunge Gabriele Buda, coordinatore dell’ambulatorio Mieloma presso l’ematologia di Pisa–. Il merito di questo nuovo anticorpo monoclonale ‘coniugato’ risiede nel meccanismo di azione innovativo diretto verso il BCMA, una proteina espressa in maniera tanto più importante sulla superficie delle cellule quanto più grave e avanzato è il mieloma".
Tale specificità di trattamento, diversa dagli altri farmaci ad oggi utilizzati, può permettere un vantaggio terapeutico anche in pazienti già trattati e refrattari alla terapia convenzionale. "Belantamab – conclude Buda – ci consente oggi di offrire una nuova speranza ai pazienti con mieloma. Credo che gli sviluppi futuri, anche di questo farmaco, apriranno nuovi scenari, certamente positivi". Questa nuova cura sarà disponibile anche in Italia tra pochi mesi ma è già stata fornita gratuitamente dall’azienda produttrice a 49 Centri in 15 Regioni, tra le quali Pisa, per curare 70 pazienti che altrimenti non avrebbero avuto alcuna alternativa terapeutica. e.m.