di Ilaria Vallerini
Gli alberi di mimosa sono già in fiore. Uno scenario che non ci saremmo mai potuti immaginare a Befana e che potrebbe mettere a repentaglio la reperibilità dei rametti dorati in occasione della Giornata della Donna. Dal 1946 ogni anno per l’8 marzo è usanza regalare alle donne un ramoscello di mimosa al tempo, la scelta era ricaduta su quella pianta perché era una delle poche a fiorire in quel periodo ed era alla portata di tutti. Quest’anno invece la fioritura anticipata, a causa dell’ondata di caldo anomalo delle ultime settimane - con un picco massimo raggiunto martedì scorso in cui il termometro segnava ben 16,7 gradi, 8,4 in più rispetto a gennaio 2021 e addirittura 4,7 in più rispetto allo scorso 8 marzo - potrebbe determinare effettivamente la perdita di parte del raccolto e prezzi inflazionati per ciò che si salva. "C’è grossa preoccupazione. Se questo caldo record si dovesse protrarre ancora, in dieci giorni potrebbe verificarsi l’esplosione delle fioriture non solo delle mimose, ma anche delle colture. Purtroppo anche un abbassamento repentino delle temperature potrebbe portare a conseguenze disastrose", commenta il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi. Quest’anno quindi saremo destinati a restare senza ramoscelli da regalare? Dovremo chiudere un occhio nonostante il prezzo? Oppure ci adatteremo al cambiamento mutando le nostre abitudini? "E’ già da qualche anno che le mimose fioriscono a inizio febbraio, ma mai così in anticipo – dice Monia Freschi dell’Azienda Agricola Freschi (in foto) -. I prezzi di solito sono legati all’andamento della produzione annuale, più viene anticipato il raccolto più si incorre nel rischio che non si mantenga intatta la pianta che di solito viene lavorata, impacchettata e conservata in celle frigo a zero gradi fino all’8 marzo. Già lo scorso anno il prezzo della mimosa proveniente prevalentemente da Olanda o Sanremo, era aumentato dell’80%, una scatola da 3 kg poteva arrivare a costare fino a 42 euro per i rivenditori".
Allora cosa fare senza aumentare il prezzo ai clienti? "Le ipotesi sono due: preparare mazzetti più piccoli o passare al fiore finto". Non è dello stesso avviso Rossella Coli di AgriColi: "I miei alberi di mimosa sono molto avanti nella fioritura e il timore è di non riuscire a mantenere intatte le piante imbustate fino a marzo, ciò dipende anche da due variabili: la temperatura e il grado di umidità al momento che i rami vengono recisi dalla pianta. Oltretutto, perdere parte della produzione in azienda "vorrebbe dire dover acquistare sul mercato a prezzi schizzati alle stelle, una rimessa a tutti gli effetti". "Tuttavia – conclude – è una festa talmente sentita che la mimosa non potrà essere sostituita. Una soluzione? Usarla non più come fiore principale, ma a complemento di una composizione". Insomma, in una maniera o nell’altra riusciremo a festeggiare l’8 marzo facendo fesso, almeno per questa volta, il cambiamento climatico.