
La dottoressa Serena Batini
Pisa, 23 gennaio 2022 - Ci sono giornate che non finiscono mai, come quando rientri a casa poco prima di mezzanotte e mentre ceni rispondi a quei 30-50 whatsapp che ti sono sfuggiti forse mentre visitavi un paziente, compilavi una ricetta, davi consigli al telefono o vaccinavi un anziano contro l’influenza o il covid. È la vita quotidiana di tanti medici di medicina generale. ‘Di base’ o ‘di famiglia’ sono gli altri due modi per indicarli e per testimoniare una fiducia che di rado si concede ad estranei o sconosciuti. Da due anni anche questa categoria di professionisti è sotto pressione e, osservando la realtà delle cose, anche discretamente sola. Dai medici di base si pretendono efficienza, disponibilità e risposte immediate, ma chi dovrebbe sostenerli sembra aver dimenticato la loro natura umana e non da supereroe. Ecco perché oramai da due anni i medici di FIMMG, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, hanno dato vita a iniziative di supporto per la categoria, assieme a moltissimi appelli. Serena Batini fa parte del direttivo dell’associazione, il cui segretario provinciale è il dottor Luca Puccetti, ed è fra le anime di una serie di iniziative promosse sulla base di esigenze emerse dalla vita quotidiana. Un esempio è quello dei tamponi.
"Ci siamo ritrovati a dover eseguire tamponi rapidi ai nostri pazienti fuori dagli ambulatori, per evitare che i casi sospetti entrassero in contatto con le persone sane – racconta la dottoressa Batini - . Ma non solo: con Omicron le richieste di tamponi sono aumentate e in parallelo è cresciuta la necessità di diagnosi tempestive per evitare, attraverso le cure precoci e la terapia con anticorpi monoclonali, aggravamenti e ospedalizzazioni". Questo insieme di cose ha spinto i medici di base ad allestire un punto tamponi alla Pubblica Assistenza per gestire al meglio i pazienti e i loro percorsi. Qui i medici si alternano su base volontaria quando non sono in ambulatorio. L’arrivo del Covid, insomma, ha richiesto ai medici una organizzazione della giornata millimetrica.
"Tutti i mercoledì mattina, dalle 10 alle 14 – spiega la Batini – mi dedico ai vaccini. Per il Covid sono in media 6 fiale per 36 pazienti. Questa operazione richiede fra l’altro un impegno a monte, dalla richiesta delle fiale alla gestione delle prenotazioni etc.". Tra un boccone e l’altro, la dottoressa compila le ricette e poi riprende l’ambulatorio almeno fino alle 21. "Il lunedì e il mercoledì – commenta – mi ci vuole l’elmetto. Possono arrivare anche 200 messaggi sul mio telefono, dai 20 ai 50 sul telefono della collega che mi affianca, decine di chiamate alla segretaria e poi mail e richieste burocratiche". Tra queste, ad esempio, c’è la trafila per i pazienti candidati ai monoclonali dove, spiega, "“è fondamentale essere veloci".
Nel suo ambulatorio di via Luigi Bianchi il via vai è continuo. "Quello che mi dispiace – spiega – è che non si riesce sempre a fare tutto con calma. Da quando c’è il Covid molte cose sono cambiate: il telefono è sempre acceso e anzi io ho aumentato i canali e le possibilità di rintracciarmi". "I miei pazienti hanno i miei numeri di telefono, la segretaria risponde dalle 9.30 alle 12.30 e poi possono mandare messaggi a me o alla segreteria che risponde dalle 9 alle 14". Cosi la Batini gestisce i suoi 1700 pazienti. E poi ci sono le visite
"L’ambulatorio del medico di famiglia è sempre aperto per le visite, mentre quelle a domicilio sono ridotte e dedicate ad anziani, fragili o persone non trasportabili. Una volta al mese vado a visitare una mia paziente di 101 anni. Esce tre volte l’anno per esami medici e stamani le ho prescritto un tampone perché lei e la sua badante hanno la tosse ed io ed i figli siamo preoccupati". Gestire l’emotività e l’ansia accentuate dalla pandemia è un ulteriore carico dei medici di base, che devono anche fare i conti con tanti ipocondriaci o ‘laureati in medicina su internet’.
"Non si può negare che la pandemia abbia aumentato lo stato d’ansia – commenta la dottoressa -; un sintomo come la tosse che prima veniva sottovalutato o ritenuto innocuo, magari causata da reflusso, ora allarma. E se prima i pazienti aspettavano con tranquillità la risposta del medico ora si agitano e vanno su internet". Per esempio, racconta la dottoressa, "Una signora ha chiamato ripetutamente il mio sostituto che non poteva rispondere perché stava visitando. Voleva una visita immediata per il figlio che secondo lei aveva un linfoma, perché sotto l’ascella sembrava esserci un linfonodo gonfio e aveva guardato su internet. Invece era un gigantesco brufolo sotto pelle causato dalla depilazione". Capitano anche quei pazienti che prendono medicinali a caso, "come quello che si autocurava il mal di gola – racconta la Batini - con un medicinale per le vie urinarie e non trovava beneficio. Sono situazioni che a volte fanno sorridere ma in altri potrebbero essere pericolose".
Insomma, "nonostante la burocrazia – commenta - la missione primaria dei medici di base è continuare a seguire i pazienti. Anche se la visita si fa su appuntamento per evitare assembramenti e se le incombenze sono aumentate, noi ancora ci siamo e siamo presìdi fondamentali sul territorio".