
Pisa, 25 marzo 2020 - Durante questo periodo di clausura le attività di un editore non si arrestano, magari non si fanno più le manifestazioni pubbliche come presentazioni o letture, ma tutto quello che è attività sotterranea continua. "Ci sono mille cose da fare – ci racconta Silvia Belli, collaboratrice di MdS editore – come la lavorazione dei titoli in uscita e soprattutto la lettura e la valutazione dei manoscritti che ci arrivano". In una casa editrice come MdS arrivano infatti di media uno o due manoscritti al giorno "Abbiamo un form online sul nostro sito attraverso il quale gli autori ci mandano i loro testi, ma non ce la faremmo mai da soli a leggerli e valutarli tutti. Per questo abbiamo creato un gruppo di selezione; in loro abbiamo trovato dei collaboratori validissimi e soprattutto un piacevole gruppo di amici". Il gruppo è formato da una decina di persone, alcune vanno e vengono, altre costituiscono ormai un nucleo solido a cui l’editore si affida volentieri: Giulio Paolicchi, Sandro Tomasello, Sara Venturini, Nicola Pera, Lorenzo Diddi .
Quando chiediamo che cosa li ha spinti a entrare in questo gruppo di lettura, è Sandro Tomasello a risponderci: "Il desiderio di assistere da vicino alla nascita di un libro, a partire dall’arrivo del manoscritto fino, nei limiti del possibile, alla sua pubblicazione. Da lettore mi sono sempre chiesto infatti in cosa consista il lavoro editoriale". "E poi imparare a leggere in modo diverso – interviene Sara Venturini - con un occhio clinico che prima non avevo. Fare parte di un gruppo arricchisce sempre e ho trovato dei fantastici compagni di viaggio. Siamo molto affiatati tra noi".Che cosa cercate in un manoscritto?
"Non parto mai con il desiderio di cercarvi qualcosa". Risponde Lorenzo Diddi "Dando per scontato che il testo abbia i requisiti minimi per essere valutato (un buon italiano, scorrevole e curato nella punteggiatura e con pochi refusi) io cerco da subito la storia e i personaggi che la abitano". Interviene Nicola Pera, mentre Sara Venturini commenta: "Arrivano pochi libri divertenti o libri che sanno parlare di sentimenti senza essere scontati o ridicoli, questo un po’ mi dispiace".
Ci sono cose, invece, che fanno pensare subito “questo è da scartare”?
"I ripetuti errori grammaticali marchiani, i congiuntivi sbagliati, le frasi fatte e/o di circostanza, lo stile letterario piatto, privo di “immagini”, le spiegazioni specialistiche". Risponde Giulio Paolicchi, il lettore più accanito del gruppo - in ogni caso, per il rispetto che credo sia dovuto a chiunque si imbarchi nell’impresa emotivamente rilevante, a prescindere dal risultato, di sedersi al tavolino per scrivere un romanzo, di solito arrivo alla fine anche se dopo dieci pagine capisco che il lavoro è da scartare. E certe volte è veramente faticoso...".
Come è cambiato il vostro modo di leggere dopo questa esperienza?
"Mi sono reso conto che in genere nella esperienza comune del lettore tutto ruota attorno all’ autore, oggi spesso sempre più personaggio, e al suo modo di scrivere: sono quindi contento di aver visto un a ltro aspetto di questa realtà". Inizia Sandro Tomasello. "Io invece sono diventato più esigente nei confronti delle altre letture. – prosegue Nicola Pera - Non perdono più storie vacue, personaggi inconsistenti e dialoghi telefonati (purtroppo se ne trovano in tanti romanzi pubblicati anche da grandi CE) ed è aumentato il numero dei libri che non finisco perché un po’ mi fanno arrabbiare". "E’ un po’ come usare degli occhiali panoramici: di quel che leggi non trascuri più niente!", conclude Giulio Paolicchi.
Q ualcuno però di questi manoscritti ce la fa e arriva a essere pubblicato… Cosa avete provato la prima volta che avete visto un testo da voi scelto diventare fisicamente un libro?
"E’ stata una una bella sorpresa", ci racconta Lorenzo Diddi. "Mi sono sentita molto orgogliosa. – continua Sara Venturini - Poter condividere questa emozione con MdS e con lo scrittore è stato bellissimo". "Al piacere fisico di poterlo finalmente toccare con mano si aggiunge la speranza – conclude Sandro Tomasello - che possa essere conosciuto e apprezzato da tutti come lo abbiamo amato noi".