
Roberta Ragusa, scomparsa a 44 anni
Pisa, 14 gennaio 2025 – Una nuova richiesta di revisione in Corte d’appello. Antonio Logli sta scontando in carcere la condanna a 20 anni per aver ucciso la moglie, Roberta Ragusa, e averne distrutto il cadavere. "Sta lavorando, sia all’interno che all’esterno dell’istituto penitenziario in ambito sanitario. Il suo comportamento è ineccepibile, tanto che sta cominciando a usufruire anche di alcuni permessi", spiega il suo legale, l’avvocato Andrea Vernazza che risponde al collega dell’associazione Penelope, Nicodemo Gentile. L’avvocato Gentile, su La Nazione di ieri, proprio nel giorno dell’anniversario della scomparsa della mamma di Gello (era la notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012), ha lanciato un appello a Logli: "Apra il suo cuore e dica dove si trovano i resti della moglie, solo così potrà dare un po’ di pace ai suoi familiari". "Se sapesse dove si trovano, avrebbe già parlato. Ma non lo sa perché non ha ucciso lui la moglie. E per questo stiamo ultimando una nuova richiesta di revisione del processo in Corte d’appello", afferma l’avvocato Vernazza.
Tra i punti principali della nuova richiesta: "in sede di archiviazione della doppia querela di Loris Gozi (considerato il super testimone nei vari gradi del procedimento, ndr) verso il mio assistito e un detenuto (che aveva sostenuto che Gozi avrebbe mentito sull’omicidio, ndr), sono emersi importanti elementi favorevoli, come la testimonianza dell’allora bambina, Alessia, la figlia di Roberta Ragusa e Antonio Logli. Parole che la giudice di Pisa ha valorizzato e che devono essere considerate".
L’avvocato Vernazza torna poi a parlare della mamma di Gello che quando scomparve aveva 44 anni. "In questi mesi, la stessa compagna di Logli, Sara Calzolaio, e la figlia Alessia sono andate personalmente a verificare una segnalazione ricevuta, tramite conoscenze, di una donna in Francia che assomigliava a Roberta Ragusa. Sono arrivate fino in Costa Azzurra per accertarsene. Inizialmente, la donna, che poi si è rivelata una clochard di origini torinesi, ha rifiutato l’incontro, poi, però, si è fatta avvicinare ed è emersa la sua storia".
Un ricordo di Roberta Ragusa, sia sui social, sia al telefono con noi, lo lascia la cugina Maria. "Accadeva la notte tra il 13 e il 14 gennaio di tredici anni fa", scrive Maria sulla sua pagina facebook inserendo due cuori. Roberta.....e mi piace pensare a te, così, guardando l’orizzonte!" e posta una foto del mare. "La ricordiamo sempre – aggiunge a voce – a maggior ragione oggi. Sul resto non me la sento di parlare".