REDAZIONE PISA

La morte di Marah diventa un caso. Per Tel Aviv aveva la leucemia, ma i medici italiani smentiscono

L’ente israeliano sulla ventenne morta a Pisa: “L’evacuazione della 20enne avrebbe potuto avvenire prima poiché avevamo proposto diverse date”

La morte di Marah diventa un caso. Per Tel Aviv aveva la leucemia, ma i medici italiani smentiscono

Pisa, 17 agosto 2025 – Morta per una leucemia o, invece, perché denutrita. Tesi diverse e contrastanti sulla causa della morte della 20enne palestinese Marah Zuhri, evacuata con un volo umanitario del Governo italiano, poi deceduta a Pisa meno di 24 ore dopo l'arrivo in aeroporto e il ricovero al Santa Chiara di Pisa.

"Aveva una leucemia grave”, si fa sapere domenica da Israele escludendo la morte indotta da malnutrizione, cioè per 'fame’ come sostiene chi accusa Tel Aviv del conflitto a Gaza.

Niente autopsia

"Non è risultata nessuna leucemia ma c'è altra patologia, non diagnosticata; da noi non c'è stato il tempo approfondire gli accertamenti perché la giovane è morta subito”, si spiega invece dall'ospedale di Pisa. Nosocomio dove sulla salma non viene fatto il 'riscontro diagnostico post mortem' che è l'autopsia clinica con cui i medici cercano spiegazioni scientifiche ispezionando la salma di un paziente. “Hanno voluto così i familiari, per motivi religiosi", si apprende dall'ospedale. Intanto la salma è a Medicina Legale a disposizione dell'autorità giudiziaria, che, forse, potrebbe decidere di fare un'autopsia di valore medico legale anche se Marah è arrivata come paziente e non si ravvisa un'ipotesi di reato a cui intestare un eventuale fascicolo di indagine.

 Marah Abu Zuhrila palestinese di 20 anni arrivata meno di 24 ore prima da Gaza con un volo militare della 46/a Brigata aerea nell'ambito dell'operazione umanitaria del governo italiano.
L'arrivo in Italia pochi giorni fa di Marah Zuhri (foto Enrico Mattia Del Punta)

Le tesi in contrasto

Comunque sia, alla sua morte, qui in Italia, si è parlato di una paziente malnutrita. Ma il Cogat, l'ente israeliano per il coordinamento delle attività nei Territori, non ci sta e afferma proprio oggi che “Marah Zuhri, 20 anni, soffriva di leucemia”. “Le autorità italiane – ricostruisce Cogat su X –contattarono Israele chiedendo l'evacuazione di Marah 'a causa della sua malattia’ e Israele acconsentì”. Semmai, critica il Cogat, “l'evacuazione della 20enne avrebbe potuto avvenire prima poiché avevamo proposto diverse date”, “Israele – rivendica l'organismo – facilita il trasferimento medico dei pazienti mentre Hamas continua cinicamente a sfruttarli per i suoi programmi contorti”.

Evacuata da Gaza con la 46/a Aerobrigata, accompagnata dalla madre, la 20enne è stata portata al reparto di Ematologia proprio sull'indicazione medica di leucemia data ai sanitari pisani. Gli accertamenti hanno escluso la malattia oncologica leucemica ma non c'è stato il tempo di sciogliere altri dubbi. Spiega la professoressa Sara Galimberti, direttrice di Ematologia all'Aou pisana: "Forse aveva una malattia mai diagnosticata, era da molto tempo in completo allettamento, è arrivata qui con ipotesi di leucemia acuta molto grave che però, dopo le indagini diagnostiche, non ci è risultata”, “le cellule 'cattive’ per quell'ipotesi “non sono state documentate”.

La terapia in Italia

"Avevamo quella notte iniziato una terapia ad hoc” per la leucemia che “abbiamo subito sospeso – prosegue Galimberti – quando abbiamo avuto i risultati dei test citofluorimetrici molecolari, esami specifici per diagnosticare la malattia” leucemica.

"La paziente era estremamente defedata, in condizioni di completo allettamento – sottolinea l'ematologa – non una situazione di qualche giorno ma da molto tempo. Condizione dovuta ad una malattia probabilmente sottostante, misdiagnosticata o mai diagnosticata”.

Inoltre Marah "aveva diversi parametri alterati di tipo coagulativo ma anche proteine molto basse”, “abbiamo iniziato subito una nutrizione ipercalorica ad hoc”, “abbiamo dato supporto trasfusionale”. Non è bastato: nel pomeriggio di Ferragosto è andata in crisi respiratoria acuta, poi in arresto cardiaco ed è morta. I dubbi restano: leucemia, o morta per la malnutrizione che avrebbe aggravato una patologia non scoperta ancora dai medici di Gaza? Gli specialisti pisani si fermano qui.

"Abbiamo deciso di rispettare in accordo con la direzione e le autorità competenti la religione di questa famiglia. Per la loro religione” il riscontro post mortem “è una problematica importante –conclude Galimberti – Questo non avrebbe cambiato la realtà dei fatti e così abbiamo deciso tutti insieme di non procedere”.