REDAZIONE PISA

L’inchiesta sui soldi riciclati in ristoranti, bar e pizzerie Le difese: "Assoluzione per tutti". A luglio il verdetto

Ieri è stato il giorno della difesa: "Vanno mandati tutti assolti". Le arringhe – si apprende – hanno affrontato tutti gli aspetti della complicata vicenda, mettendo al centro quello che i legali ritengono un punto fermo inquadrando la vicenda nei fatti e nel tempo: "una sentenza del tribunale di Napoli che ha detto che i soldi di Salvatore Righi non erano di provenienza delittuosa".

Nei mesi scorsi, il pm Monferini aveva chiesto due condanne (con pene fino agli 8 anni) per quelli che ritiene i principali protagonisti della vicenda giudiziaria ancora al primo grado da anni, invocando invece la prescrizione dei reati per tutti gli altri che hanno posizioni minori. E’ il processo, questo, con 11 imputati accusati a vario titolo di riciclaggio, bancarotta e intestazione fittizia di beni. Il blitz scattò nel 2014 quando nel mirino della Finanza finirono locali simbolo, sia per la città della Torre che per la Versilia. Un processo nel quale sono stati sentiti anche collaboratori su un presunto flusso di soldi sporchi del clan dei Contini di Napoli riciclati anche attraverso l’acquisto di ristoranti e bar, nel tentativo della pubblica accusa di far emergere anche conoscenze e rapporti in particolare con Salvatore Righi, assistito dall’avvocato Antonio Cariello, imprenditore che tra il 1998 e il 1999, fu presidente del Ponsacco. Lui è finito a processo per essere stato ritenuto dalla procura tra i riciclatori dei soldi utilizzando le attività messe in piedi negli anni passati da un suo parente tra Pisa, Marina di Pisa, San Giuliano e Viareggio: tutte le attività hanno cambiato gestione e sono estranee all’inchiesta.

Il familiare di Righi, anche lui imputato nel processo, è Espedito Parisi, 54 anni, di Tirrenia, difeso dall’avvocato Mario De Giorgio, che si è sempre dichiarato innocenterispetto a tutte le contestazioni. Per Righi e Parisi ci sono infatti le contestazioni più pesanti. Per gli altri imputati resta solo l’accusa di intestazione fittizia di beni, contestazione incamminata verso la prescrizione. In campo uno stuolo di penalisti, tra i quali anche gli avvocati Francesca Zuccoli e Luigi Ferrandino. Si torna in aula a luglio per repliche e per la sentenza.

Carlo Baroni