Lettera alla Sant’Anna. Duecento firme per rendere pubblici i progetti di ricerca

Ecco le richieste presentate dagli studenti della prestigiosa Scuola. Il Senato Accademico ha discusso il documento annunciando . un percorso per aggiornare e integrare il codice etico della Scuola.

Lettera alla Sant’Anna. Duecento firme  per rendere pubblici  i progetti di ricerca

Lettera alla Sant’Anna. Duecento firme per rendere pubblici i progetti di ricerca

Il Senato accademico della Scuola Superiore Sant’Anna ha discusso ieri pomeriggio il contenuto della lettera firmata da 200 tra allievi, dottorandi e altri membri della comunità universitaria presentata a seguito di un percorso di assemblea interna alla Scuola e strutturata in sette punti, in cui si chiede tra le altre cose "una lista ufficiale degli accordi – si legge –, e dei progetti di ricerca in corso specificando per ciascuno la potenzialità di uso e obiettivi militari o duali e la rescissione di quelli che coinvolgono paesi che violano sistematicamente i diritti umani, come Israele".

Sempre nel corso della seduta del Senato Accademico di ieri, è stata prevista la realizzazione di iniziative per aumentare la sensibilità di tutta la comunità accademica rispetto ai valori del codice etico dell’ateneo nonché di avviare nei prossimi mesi una discussione per un processo partecipativo con tutte le componenti con lo scopo di aggiornare e integrare il codice etico. Il Senato, inoltre, in una sintesi del dibattito scaturito a seguito della lettera, ha ribadito che la Scuola si riconosce a pieno nell’articolo 11 della Costituzione e cioè che "l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta` degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Nel frattempo, durante la seduta, un presidio di alcuni studenti pro-Palestina ha avuto luogo fuori dall’ingresso del Sant’Anna. "I rapporti con terze parti – spiega Salamone Tancredi, dottorando alla Scuola –, vanno resi tutti pubblici, chiediamo che ci sia un processo di valutazione continuativa sulle finalità dei progetti di ricerca intrapresi dalla Scuola". Un’urgenza quella che denunciano gli studenti di prendere "una posizione netta e di avviare una discussione interna dopo mesi di silenzio" dice l’allieva Silvia Pagliarulo, soprattutto dopo il dibattito nato attorno alla mozione approvata dal Senato accademico della Scuola Normale lo scorso 26 marzo e che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Il documento della Normale invita anche le istituzioni italiane, nello specifico il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e il ministero dell’Università e della Ricerca, ad attenersi, nella valutazione di bandi e progetti in collaborazione con altri Stati, a quanto recita l’articolo 11 della Costituzione.

"Il senato accademico di ieri – scrive invece il collettivo studentesco Cambiare Rotta -, non sarebbe stato possibile senza l’agitazione studentesca che sta investendo gran parte dei rettorati di tutto il paese, accompagnata a forme di dissenso piuttosto estese anche tra il corpo docente. Nel lavoro pluriennale di mappatura che come Cambiare Rotta abbiamo portato avanti su tutto il territorio nazionale, la Scuola Superiore Sant’Anna spiccava per numero di accordi a vario titolo con le forze armate, dalla partecipazione ad esercitazioni della difesa, ad attività curriculari in aree di addestramento militari, ad articolati protocolli di intesa con divisioni dell’esercito e della Nato".

Enrico Mattia Del Punta