
"L’autonomia funziona se moderna e simmetrica"
"L’autonomia regionale differenziata? Per ora, si vedono più svantaggi che vantaggi per il sud e per il Paese". Lo anticipa a La Nazione, Luca Bianchi direttore dello Svimez, l’associazione che da 60 anni monitora l’andamento economico, sociale e culturale del meridione. Bianchi parlerà oggi alla Camera di commercio per la prima giornata del XIX°esimo Congresso nazionale di Ali - Autonomie Locali Italiane. Un appuntamento dove sindaci e amministratori locali, si incontranno e discuteranno di città e di territori assieme ai ministri Alberti Casellati, Piantedosi, Fitto, Sangiuliano e al presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi.
Quali i vantaggi dell’autonomia differenziata regionale proposta dal Ddl di Calderoli?
"E’ indubbio che il Paese abbia tante diversità e tante specificità. Da anni, si parla di valorizzarle. Bene, valorizziamole ma all’interno di un quadro strategico d’insieme e soprattutto nazionale".
Che cosa c’è da temere?
"L’autonomia differenziata di per sé non è un principio sbagliato ma stiamo andando verso una riforma che ricalca le regioni a statuto speciale. Non stiamo andando verso un federalismo moderno, si ricalca un modello che frammenterà il Paese".
L’autonomia può migliorare alcuni settori come istruzione, energia e sanità?
"Per ora no. Perché? se il modello di istruzione è quello proposto dal Veneto, si lede l’unità dell’Italia che si basa anche e soprattutto sull’uniformità del modello di istruzione in corso. Il Veneto propone ad esempio che l’intero personale scolastico venga assorbito nei ranghi del personale regionale"
E ciò cosa comporterebbe? "Si avranno anche forti distinzioni sullo stipendio dei docenti e ripercussioni sul contratto collettivo di categoria. E non solo, si assisterebbe ad una esasperata mobilità verso le regioni dove si guadagna di più. Si andrebbe incontro a rischi e vulnerabilità difficilmente prevedibili".
E sull’energia? Sui trasporti? "Questi sono asset strategici per la competitività del Paese. Stiamo vedendo che l’Europa si sta compattando, vuoi il Covid, vuoi la guerra in Ucraina. E noi che facciamo? Lasciamo interi ambiti competitivi e strategici alle singole regioni? Il Piemonte fa in un modo, il Molise in un altro?".
Rimane la sanità.
"La pandemia, tra le tante cose ci ha insegnato, o avrebbe dovuto insegnarci che c’è tanto sud anche al nord. E’ riduttivo trovare differenze andando solo lungo l’asse nord-sud. L’autonomia può essere fatta ma deve essere moderna e simmetrica".
Carlo Venturini