
Sperava "arrivino un po’ di soldi". Perchè anche quel sinistro era inserito nel sistema per guadagnare con incidenti "farlocchi". Sistema ben oliato da una filiera che ha messo nei guai medici (anche uno di Pisa), collaboratori, avvocati, un fisioterapista e uno stuolo di clienti (alcuni residenti sia nel Pisano che in Valdera) fatto emergere dall’inchiesta della procura di Livorno che indaga 89 persone.
Come funzionava? Simulavano lesioni, stando a quanto emerso, procuravano danni aggiuntivi alle auto per dimostrare la gravità degli incidenti, con ulteriori danni inventati di sana pianta. Per 18 indagati l’accusa è di associazione per delinquere, mentre le altre 71 persone hanno posizioni minori. Le posizioni ritenute più importanti sono state destinatarie di misure cautelari: in carcere sono finiti il medico legale Francesco Papini e la ex moglie Cinzia Allegranti; ai domiciliari ci sono il perito informatico Claudio Del Grosso, lo psichiatra Massimo Nencioni e l’operatrice socio sanitaria Serena Cioni. Interdetti dalla professione medici, avvocati e fisioterapisti per un anno. Sono i legali Serena Cantini, Massimo Rachini, Andrea Nelli, i medici Andrea Farmalli, Massimo Nencioni, Francesco Papini e il fisioterapista Luciano Bientinesi.
Sono state in particolare le intercettazioni la chiave degli investigatori per entrare nelle stanze dei sinistri combinati. Dialoghi anche focosi tra professionisti e clienti: "sono il dottore dell’assicurazione... sua figlia si è presa tutti i soldi mentre mi doveva portare in banca con lei per cambiare l’assegno e lì darmi la cifra che io poi dovevo distribuire a chi di dovere e solo dopo prendersi quello che spettava a lei... Mi doveva dare tutto a me ed io pensavo a distribuire il denaro alle altre persone". Risarcimenti danni, secondo la procura, del tutto sproporzionati rispetto alla effettiva entità del danno subito dalle parti lese che veniva "verosimilmente" gonfiato con metodi illeciti e con la complicità, stando all’accusa, dei clienti tra falsi referti e accertamenti diagnostici mai eseguiti. C’era, sarebbe emerso dalle indagini, un consolidato rapporto illecito con alcuni medici legali fiduciari di assicurazioni anche su Pisa: "... quello famoso... tre volte l’ho incrociato... non le guarda nemmeno... non li visita nemmeno... nemmeno mi chiede i dischetti".
Nelle carte dell’inchiesta ci sono le ricostruzioni di sinistri che sarebbero del tutto simulati: "... in realtà è cascata in casa"; "speriamo non piova... noi si mette sopra... l’Honda 125 ci vai anche a Milano.... lei sale sull’ambulanza, la portano al pronto soccorso... la refertano e tanti saluti e grazie". C’è davvero di tutto in questa inchiesta durata anni. Le accuse vanno, per 18 indagati, a vario titolo, dall’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla istigazione alla corruzione di pubblici ufficiali nonché al fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Questa ultima ipotesi viene contestata alle 71 persone che, coinvolte in incidenti stradali, avrebbero consentito l’alterazione dei loro referti medici.