REDAZIONE PISA

La nostra ’Primavera a mare’

Mini-celebrazione e Marina organizzata da Amici di Pisa, Compagnia di Calci e Associazione Colline Pisane

L’associazione degli Amici di Pisa ancora una volta protagonista nella salvaguardia delle piccole e grandi tradizioni pisane. Domenica – 21 febbraio, Primavera a Mare – in un periodo purtroppo limitato fortemente dalla pandemia da covid-19, alcuni rappresentanti degli Amici di Pisa insieme alla Compagnia di Calci e all’Associazione delle Colline Pisane si sono ritrovati in Piazza delle Baleari, a Marina, per commemorare questa ricorrenza. Questi appassionati di pisanità hanno scattato una foto ricordo con la bandiera alfea e il fiore-simbolo della Primavera in Mare - la primula - dando appuntamento all’anno prossimo quando il virus sarà stato sconfitto e si potranno organizzare degnamente i vari festeggiamenti.

"Forse non tutti sanno che – ricordano gli Amici di Pisa – la Primavera in Mare è una tradizione pisana che risale alla notte dei tempi. Da sempre città marinara, Pisa ha sempre vissuto in simbiosi col mare conoscendone i più intimi segreti che ha poi trasmesso agli altri borghi del resto della Toscana costiera. È in questa parte d’Italia più che altrove che da sempre pescatori e marinai hanno notato nella vita marina in questi giorni dell’anno una certa ripresa quasi primaverile, che anticipa la primavera vera e propria. Si cominciano a pescare seppie, occhiate, ombrine, comincia a fruttificare la Posidonia oceanica. Il mondo subacqueo si risveglia".

Ma perché proprio il 21 febbraio? "Nella Storia umana e in tutto il mondo – continuano gli Amici di Pisa – febbraio è sempre stato il mese della purificazione: il nome deriva dal latino februare, purificare. Un esempio su tutti, la purificazione di Maria Vergine dopo la presentazione del Figlio al tempio (Candelora). Così come periodicamente facciamo per le nostre abitazioni, in questo periodo in cui l’inverno volge al termine le popolazioni antiche sentivano il bisogno di una ’ripulita’, una risistemazione in preparazione della nuova stagione. Tutto si sovverte, le regole sociali si allentano, il mondo dei vivi deve incontrare quello dei defunti che sono sempre presenti accanto a noi e vengono evocati con maschere e omaggiati con offerte per indurli a risvegliare la Natura dal cupo gelo invernale, nelle feste note nella Roma antica come Parentalia-Feralia, che si concludevano proprio il 21 febbraio". "E’ quindi probabile - questa la conclusione - che la Repubblica Marinara, medievale Novella Roma, abbia codificato questa data riassumendo tutti questi concetti, considerandola il simbolico spartiacque fra un periodo e un altro dell’anno, in una sorta di ’sincretismo religioso-climatico’ che ricordasse al proprio popolo l’inizio di una nuova stagione marinaresca. Non a caso febbraio, sempre dai romani ma anche da molti altri popoli, era considerato l’ultimo mese dell’anno; e anche nella Pisa medievale il nuovo anno iniziava a marzo, il 25 ab Incarnatione Dòmini".