"La Chiesa Volterrana non è accorpabile a nessun’altra Diocesi". Sono parole che arrivano da Paolo Moschi, capogruppo di Upv. Moschi sviscera i motivi che potrebbero evitare il rischio più grande, ossia che a settembre, con il pensionamento del vescovo Alberto Silvani, la Diocesi possa subire accorpamenti. "Ci sono motivazioni oggettive se la Diocesi è sempre stata confermata. Innanzitutto è una Chiesa viva – è l’analisi di Moschi - Immaginare Volterra senza vescovo è come immaginare Roma senza Papa. E questo non solo perché la città etrusca fu evangelizzata alla fine del I secolo, ma perché la Diocesi è organismo presente e intersecato nel tessuto della città e del vasto territorio. Ci sono Comuni che sono nati e si sono sviluppati per le azioni dei vescovi di Volterra, e oggi esiste una identità volterrana indiscussa in un territorio vasto".
Poi esiste un motivo tecnico. "Circa 1800 kmq divisi in 5 province, 23 Comuni, 89 parrocchie – spiega Moschi – ed oltre un centinaio di paesi. Essere accorpati significherebbe essere pastoralmente abbandonati. Difficilmente un vescovo ‘metropolita’ potrebbe avere il tempo di visitare con costanza Montieri o Bibbona. Il sentimento dei vescovi toscani è abbastanza chiaro: lasciare il tutto invariato. Ebbi modo di parlare con il cardinale Bassetti e anche lui mi confermò che toccare la Diocesi di Volterra sarebbe impensabile - conclude Moschi.