MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

La cardiochirurgia di Aoup: dove il gender gap è un lontano ricordo

Nel mese della giornata internazionale delle donne, Aoup celebra un’equipe chirurgica multiprofessionale completa di sole giovani dottoresse, con un’età media di 34 anni.

Un intervento nella sala operatoria di cardiochirurgia di Aoup

Un intervento nella sala operatoria di cardiochirurgia di Aoup

Pisa, 7 marzo 2025 - Nel giorno dedicato alle donne, in un’azienda come l’Aoup - che negli anni ha investito molto nel contrastare ogni forma di discriminazione sul luogo di lavoro, valorizzando la diversità, adottando la Carta per le pari opportunità e ottenendo la certificazione di genere grazie a politiche improntate al rispetto del principio delle pari dignità – ci sono settori disciplinari dove il gender gap o gli stereotipi di genere stanno diventando un lontano ricordo.

Fra questi l’area dell’emergenza e della chirurgia delle reti tempo-dipendenti, che stanno cominciando lentamente a raggiungere le discipline di area medica dove, da tempo, si registra una maggiore prevalenza di personale femminile.Un caso su tutti di quella chirurgia fino a poco fa appannaggio dei soli uomini, è la sezione dipartimentale di Cardiochirurgia diretta da Andrea Colli che fa da apripista nell’inversione di rotta visto che, molto spesso, in quel reparto capitano turni di sala operatoria e in reparto interamente al femminile.

E, nel Marzo delle donne di Aoup, questa è senz’altro una notizia in linea con il leit-motiv del mese.In una settimana, infatti, capita finanche tre volte una combinazione di turni e reperibilità, urgenze ed emergenze con una compresenza di profili sanitari accomunati dal genere, ossia un’equipe chirurgica multiprofessionale completa di sole giovani donne, con un’età media di 34 anni.

I nomi sono: Laura Besola e Sara Michelotti cardiochirurghe, Chiara Mangifesta specializzanda in cardiochirurgia, Danila Trunfio anestesista, Valentina Lancellotti e Silvia Papini infermiere, Chiara Richichi e Giada Carelli, infermiere di anestesia, Giulia Pennisi tecnica di fisiopatologia cardiocircolatoria. Tutte lavorano insieme per trattare ogni tipo di patologia cardiaca che richieda un intervento a cuore aperto.

Un lavoro di equipe complesso e rischioso, nel quale ognuna gioca un ruolo fondamentale e che regala grandi soddisfazioni dal momento che si curano patologie che possono compromettere la vita dei pazienti. “Non c’è alcuna eccezionalità da celebrare – dichiara Colli – piuttosto è importante sottolineare che a Pisa questa organizzazione lavorativa basata sulla professionalità e sulle competenze è diventata la quotidianità. Il presente e il futuro ormai appartengono solo a professionisti competenti nella parte “tecnica” e “umani” nella parte relazionale, senza alcuna distinzione fra uomini e donne”.