L’addio ad Alfredo Biondi Pisano e liberale di razza

Schietto e immediato, amava tornare in città e seguire le partite dei nerazzurri. Fu testimone del bombardamento del 31 agosto 1943: ‘Stavo pescando in Arno‘

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PISA

Era un personaggio cerniera fra la prima e la seconda repubblica. Definito l’"ultimo dei liberali", Alfredo Biondi, morto a Genova ieri, pochi giorni prima del suo 92esimo compleanno, era nato a Pisa, dove aveva vissuto per molti anni e dove amava tornare per riabbracciare i vecchi amici o andare a guardare le partite della squadra nerazzurra. Fra i pisani che conservano ricordi di questo personaggio che ha segnato un periodo cruciale della storia politica italiana, il giornalista Renzo Castelli: "Nell’agosto nel 1983 – ricorda – Bettino Craxi aveva inserito Alfredo Biondi nel suo governo: era il primo ministro dell’ecologia, seppure ‘senza portafoglio’, nella storia della Repubblica. Biondi era nato e aveva studiato a Pisa e lui, un mese mezzo dopo la sua nomina, volle venire a fare una gita sull’Arno con il battello "Gabbiano" che era stato costruito l’anno prima per rinverdire i fasti della navigazione sul fiume". "In quell’occasione – rammenta Castelli – raccontò a noi cronisti che lo avevamo seguito sul battello alcuni aneddoti della sua vita pisana. Dopo averci ricordato di essere figlio di un ferroviere, ci parlò dei suoi studi e anche del 31 agosto 1943, il giorno del primo bombardamento sulla città. ‘Ero a pescare con un amico vicino al ponte dell’Impero, sul lato di Tramontana. Quando caddero le prime bombe corremmo sotto il ponte e quando tutto finì, guardando verso la città sull’altra sponda dell’Arno, vidi un fumo denso che copriva tutta la zona di Porta a Mare. Non potrò mai dimenticare quel giorno’". Presente a Pisa anche come riferimento politico del suo partito, Biondi ebbe modo di frequentare e conoscere i liberali pisani. Fra questi il professor Pierluigi Barrotta, docente di Filosofia della Scienza all’Università di Pisa e segretario nazionale dei giovani liberali: "Era un politico anomalo, molto sanguigno, genuino, generoso, un grande oratore. Un politico vecchia maniera, molto garantista, fu ministro della giustizia e difese i capisaldi del diritto liberale. Alcune riforme non si sono mai avverate, come quella della separazione chiara delle carriere dei magistrati. Aveva un legame speciale con Pisa che proseguì anche dopo la fine del partito liberale".

Un altro liberale, Massimo Balzi, di Biondi conserva molti aneddoti e oltre 20 anni di profonda amicizia e condivisione. "La caduta dei partiti travolti dagli scandali delle tangenti non lo coinvolse. Era un uomo profondamente ligio e appassionato. Lo conobbi grazie a Vittorio Sgarbi e ad altri liberali che Silvio Berlusconi aveva riunito per fondare Forza Italia". Massimo Balzi ricorda le telefonate che ogni fine settimana riceveva dall’ex ministro: "Mi chiamava per sapere come avesse giocato il Pisa. Da piccolo era stato un pulcino del Pisa Calcio e aveva continuato a seguire la squadra e i suoi risultati". "Era un uomo diretto, simpatico, che amava molto vivere – conclude Balzi –. Ed era un politico appassionato che ha insegnato tanto, compreso lo stile".

Eleonora Mancini