PISA
Da anni ormai si discute circa il rendimento degli studenti italiani alle prove invalsi e non solo. Negli ultimi anni infatti i dati circa i risultati delle prove hanno evidenziato una situazione alquanto drammatica, non è però dello stesso parere la vicepreside del liceo classico di Pisa Galileo Galilei Antonietta Pisano. "Non credo a questo tipo di indagini, non credo che delle prove parziali come le invalsi possano determinare il grado di formazione degli studenti - ha affermato Pisano che è docente di italiano al liceo classico Galilei - Sono d’accordo sul fatto che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una perdita di competenze da parte degli studenti, tuttavia io credo che più che di perdita di competenze si dovrebbe parlare di una trasformazione delle abilità degli studenti> ha aggiunto Pisano.
"Sono restia a dare giudizi circa la formazione degli alunni basandomi su dati che non possono renderci un quadro completo della situazione, i tempi sono cambiati e così gli studenti e le loro competenze - prosegue - i ragazzi di oggi per esempio per quanto riguarda la mia materia, dimostrano maggiori difficoltà nella costruzione grammaticale del testo ma allo stesso tempo sono più abili nella sua comprensione. In sintesi secondo me dovremmo anche noi insegnanti cambiare prospettiva circa gli esiti di questo tipo di prove che fotografano solo alcuni aspetti dell’apprendimento".
Anche Sabina Sarti, docente di matematica al liceo scientifico Ulisse Dini non si unisce al coro delle voci allarmiste affermando che "Il Dini in quanto liceo scientifico viene frequentato da studenti che apprezzano la matematica, per tale ragione è difficile per me rivedere le mie classi nei dati raccolti circa le prove invalsi - continua - Sicuramente il Covid ha avuto un impatto sulla formazione degli studenti che iniziano ora il liceo, se infatti gli anni passano e la pandemia ci sembra ormai molto lontana non dobbiamo dimenticare che durante quel periodo i ragazzi che iniziano quest anno il liceo frequentavano medie ed elementari ed hanno quindi perso due anni importanti della loro formazione. Nella mia personale esperienza posso però affermare che si stia andando incontro ad un miglioramento di tale situazione, questo perché con il passare degli anni e soprattutto degli studenti l’effetto della pandemia si sta mano a mano andando a “diluire” e i ragazzi hanno così modo di recuperare gli anni persi".
Sarti prosegue poi riflettendo sulle difficoltà che gli studenti riscontrano oggi nel passare dalla scuola media al liceo "Secondo me oggi fanno cose diverse alle medie, non migliori o peggiori solo diverse. Per esempio mi è capitato quest anno di riprendere una prima liceo dopo alcuni anni che non ne seguivo una ed ho notato che rispetto al passato gli alunni sanno molte più cose di teoria, tuttavia quando gli si va a chiedere alcuni concetti pratici, anche banali, si trovano più in difficoltà rispetto al passato - aggiunge poi - tuttavia questo non credo sia un problema dovuto al Covid, ogni scuola media segue un programma differente, dipende molto dalla formazione stessa dell’insegnante che di conseguenza indirizzerà in un verso o nell’altro i contenuti del suo insegnamento". Sarti conclude affermando "In linea di massima a livello di formazione non trovo grandi differenze fra gli alunni per Covid e le classi che invece hanno vissuto la pandemia, ciò che è realmente cambiata è la capacità degli studenti di passare il tempo in classe".
Va anche considerato il fatto che Pisa rappresenta una realtà che va abbastanza in controtendenza, rispetto alla media nazionale infatti i dati relativi alla città sono infatti più promettenti. Per quanto riguarda infatti le prove invalsi di italiano delle classi di terza media Pisa è 52 esima su 96 province con il 36,6%, per quanto riguarda invece la matematica è invece 48esima su 96 con il 39%. Per quanto riguarda invece i licei in italiano Pisa si aggiudica un 50esimo posto su 96 con il 37,6% e nella matematica si piazza alla 39esima posizione con il 35,6%.
Greta Ercolano