Incendio sul Monte Serra, gli sfollati: "Scenario apocalittico. Quattro i punti d'innesco"

Una testimone: "Le fiamme sono partite dallo stesso punto dell'incendio della scorsa settimana e, in qualche modo, dopo avere ricevuto l'allerta del vento forte temevamo questo disastri anzi ce lo aspettavamo"

Sfollati nel centro di accoglienza dopo il vasto incendio a Calci (Foto Ansa)

Sfollati nel centro di accoglienza dopo il vasto incendio a Calci (Foto Ansa)

Pisa, 25 settembre 2018 - «I vigili del fuoco sono stati i nostri angeli. Era uno scenario apocalittico e per fortuna ci hanno portato qui, in salvo». Paola, come tanti altri, ha trascorso la notte nel centro di accoglienza predisposto in una palestra a Calci. Abita nella frazione di Montemagno interamente evacuata. «Spero che questo rogo - ha detto la donna - sia stato provocato da una sbadataggine perché non riesco a pensare a tanta cattiveria e a una mente tanto perversa. Ci sono interi uliveti andati distrutti e danni molto ingenti temo anche alle abitazioni». 

Tra gli sfollati di Calci sono in tanti a dire che sarebbero stati almeno quattro i diversi punti di innesco ma per ora non ci sono conferme da parte delle autorità. Anche se un'impiegata comunale ammette sconsolata: «Le fiamme sono partite dallo stesso punto dell'incendio della scorsa settimana e, in qualche modo, dopo avere ricevuto l'allerta del vento forte temevamo questo disastri anzi ce lo aspettavamo». la scorsa settimana, il 15 settembre, il rogo si era sviluppato in località La Croce, nel comune di Calci: in quel caso era stato subito possibile l'intervento degli elicotteri della Regione, 6 gli ettari andati in fumo. 

«Alle 2 è scoppiato l'inferno. Vivevamo in un paradiso e ora non ho neppure il coraggio di volgere lo sguardo verso il monte per guardare quello che sta accadendo». Fabio Bonanni, 71 anni, nella frazione di Montemagno interamente evacuata, ci è nato e ci ha vissuto tutta la vita. Ora ha trovato rifugio nella palestra di Calci trasformata in centro di accoglienza.

«Castagneti, oliveti e vigne - dice - sono completamente distrutti. Il paese era un luogo di splendide passeggiate e gite domenicali. Arriva gente da tutta la Toscana, ora ho paura che non ci sia più niente». Birillo, il suo cane, non si stacca un secondo da lui: «Ha dormito ai piedi di mia moglie. Anzi ha riposato lei qualche ora. Lui è come se vegliasse su di noi e sulla nostra angoscia».