Si chiamano Osas, un acronimo che sta per Apnee ostruttive del sonno. Un nome poco conosciuto per una malattia cronica diffusissima: solo in Toscana ne soffrono quasi 800mila persone (269.692 donne e 515.447 uomini) "E’ una delle cause più ricorrenti di ictus e infarto ed è spesso associata a patologie quali diabete o insufficienza respiratoria" spiega il dottor Antonio Sanna, direttore Sos Pneumologia ed Endoscopia bronchiale dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli. Non solo: l’Osas p pure una delle origini più frequenti delle cosiddette Eds, un altro acronimo da prendere sul serio. "E’ l’eccessiva sonnolenza diurna, la causa di molti incidenti sul lavoro e del 7% di quelli stradali" spiega la professoressa Enrica Bonanni, responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell’Uo di Neurologia di Pisa . La buona notizia è che ora ci sono soluzioni terapeutiche, A patto di riconoscere la malattia e diagnosticarla. "Per questo è necessaria un’attività di screening sempre più mirata su target specifici utilizzando strumenti diagnostici semplic che possano consentire di individuare i pazienti nella più ampia platea dei soggetti a rischio – spiega il professor Francesco Fanfulla, presidente dell’Associazione italiana medicina del Sonno -: va in tal senso l’eccellente lavoro della Commissione del Ministero della Salute che ha pubblicato un documento d’indirizzo per la prevenzione e la diagnosi precoce dell’Osas, approvato in Conferenza Stato-Regioni e sulla base del quale, adesso, le regioni stanno predisponendo i rispettivi Percorsi diagnostici terapeutici". In Toscana è stato approvato nel maggio 2020 e sarà illustrato oggi all’auditorium Toniolo, durante il convegno "Apnee ostruttive del sonno e sonnolenza residua", promosso da Regione Toscana, Università di Pisa, Aims, Associazione Apnoici e Ordine provinciale dei Medici. Il seminario sarà anche l’occasione per fare il punto sulla terapia farmacologica della sonnolenza residua: "Quando l’Eds è invalidante e ogni altra causa di sonnolenza è ...
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