GABRIELE MASIERO
Cronaca

"Il virus è pericoloso: anche da asintomatici"

L’infettivologo Francesco Menichetti e il long Covid: "Tra il 15 e il 30% dei pazienti sviluppa comunque complicazioni"

di Gabriele Masiero

PISA

"Il messaggio principale è quello di non commettere l’errore di sentirsi immuni o, peggio, più forti di tutto. Perché abbiamo riscontri che anche formi lievi della malattia hanno provocato quella che si chiama sindrome long Covid e che si protrae per mesi anche dopo la negativizzazione del paziente". Il professor Francesco Menichetti, presidente del Gisa, il gruppo italiano di stewardship antimicrobica, mette in guardia dai rischi di sottovalutare possibili fastidi provocati dalla malattia e presenta l’attività che da alcune settimane ha avviato presso la casa di cura di San Rossore "con un’accurata anamnesi del paziente e l’eventuale avvio a successiva consultazione specialistica in caso di bisogno, perché questa sindrome, ci dice la letteratura scientifica, colpisce tra il 15 e il 30% dei pazienti contagiati dal Covid anche asintomatici o che hanno sviluppato la malattia in forma lieve".

E come si riconoscono questi disturbi?

"A parte i soggetti che risultano sviluppare successive complicazioni agli organi (polmonari o cardiache), vi è una prevalenza di forme di spossatezza che perdurano mesi e che già abbiamo visto in altre infezioni come la mononucleosi. Stiamo parlando di un senso di stanchezza perenne che impedisce di svolgere anche le attività professionali e sociali di base. E’ la cosiddetta astenia post virale, una forma di stanchezza cronica che può durare molti mesi".

Qual è la cura più indicata?

"Intanto si fa una visita per conoscere l’anamnesi del paziente, poi se necessario si procede a esami di laboratorio specifici e mirati in base alle informazioni ottenute dal malato e alla fine si decide una cura sostanzialmente personalizzata. Ma ciò che è importante è riconoscere il disturbo e consultare lo specialista. Oltre al fatto che questo virus si dimostra comunque pericoloso anche nelle sue forme più lievi".

Perché?

"Perché non c’è un pericolo che deriva solo dall’insorgenza di una malattia grave, ma anche le varianti come Omicron che, soprattutto nella popolazione vaccinata, hanno effetti più lievi non devono essere trascurate. Ecco perché la campagna vaccinale è decisiva e deve proseguire senza soste".

Come vede la situazione generale?

"Mi pare che stia lentamente migliorando e credo che possiamo vivere una primavera serena, pur continuando a non abbassare la guardia. Il modello a cui guardo è quello della Gran Bretagna, dove sono già state somministrate terze dosi al 65% della popolazione e sta valutando dunque di superare le restrizioni (mascherine, Green pass). Dobbiamo fare altrettanto continuando a vaccinare molto, anche nella fascia 5-11 anni, per mantenere il Paese tutto sostanzialmente aperto e assicurare un’adeguata protezione non solo ai più fragili, ma alla fascia più ampia possibile di popolazione. Perché pensare che un guarito è immunizzato e può ritardare l’assunzione della terza dose è una sciocchezza. Bisogna accelerare i tempi e alzare la percentuale dei vaccinati".

Nessuno è invincibile.

"No, proprio nessuno. Né i giovani, né i più adulti. Proteggere noi stessi aiuta proteggerci tutti".