SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Il gesto d’amore di Mian."Un regalo alla mia Pisa"

L’ex presidente nerazzurro dona un ecografo per combattere il Covid "Non sono cattivo come mi vogliono dipingere. E l’Università è la mia casa"

Pisa, 15 aprile 2020 - Un gesto di solidarietà può raccontare molto: talvolta, perfino, avere l’ambizione di riassumere una porzione di vita. Maurizio Mian, ex presidente del Pisa all’inizio di questo secolo, ha donato un ecografo al centro per l’integrazione della strumentazione dell’Università di Pisa. Nell’evidenza dei fatti un atto di grande altruismo ma, a ben guardare, anche un gesto di riconciliazione. Mian, come nasce la volontà di donare all’Università un ecografo per la lotta al coronavirus? "Molti fattori mi hanno portato ad operare questa scelta". Affrontiamoli. "In primo luogo la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo. Le sue difficoltà, le sue incertezze, il fardello di dolore. Chi ha possibilità economiche oggi, non deve tirarsi indietro, anzi. Bisogna sostenere la ricerca, la sanità e farsi carico delle esigenze della città. E poi...". Dica. "Sono rimasto colpito dai racconti di alcuni medici che operano negli ospedali lombardi. Dottori che hanno dovuto scegliere chi curare e chi no. Ecco, questo ecografo particolare effettua ecografie polmonari che studiano le alterazioni delle vie respiratorie e aiutano i medici ad avere un quadro clinico migliore e più preciso". Perché ha deciso di donare un ecografo proprio all’Università? "Mi lega all’Ateneo un profondo legame affettivo. Penso a mia madre Maria Gabriella Gentili, figlia di uno stimato professore. Ma anche ai parenti di mio padre. E’ un gesto che dedico alla memoria dei miei genitori e della mia famiglia. L’università di Pisa, dove ho studiato io stesso, è un po’ ‘casa mia’". Oggi quale rapporto la lega alla città? "Vede, ho 64 anni e sono passati 15 anni dal mio impegno nel calcio. Se mi volto indietro vedo tante cose: belle e meno belle. Spesso sono ricordato per le mie iniziative disinvolte, per interviste fuori dalle righe, per qualche frase non proprio centrata in tv. Molti mi hanno disegnato come un cattivo eppure... E se non fosse così? Sono sinceramente innamorato di Pisa e della sua gente anche se il rapporto non è sempre stato facile. Sa che cosa vorrei?". Prego. "Mi piacerebbe che fra qualche anno fossi ricordato anche per il mio impegno sociale. Finita questa epidemia finanzierò un progetto di ricerca in neuroscienze. Proprio qui in città. Mi può chiedere dove?". Dove? "A 100 metri dallo stadio dove ho ancora tanti amici a cui sono legato così come lo era mia madre. Ecco cosa sogno: rendere Pisa sempre più bella".