Michele Bufalino
Cronaca

Il dramma delle copisterie: "Chiudiamo"

Senza studenti in città, il calo degli affari è vertiginoso: "Sembra che su Pisa sia caduta una bomba". E anche i bar sono disperati

Enormi disagi, fallimenti, cessioni delle attività e tanta amarezza. Sono le parole dei commercianti che vivono di turismo e del flusso di studenti che popolano la città, ma oggi si ritrovano in ginocchio. Il graduale ritorno alla normalità delle varie attività, soprattutto quelle universitarie, prevede però una didattica che proseguirà a distanza, per la maggior parte dei corsi, fino alla fine del mese di dicembre, limitando solo ad alcune lezioni la presenza degli studenti. La decisione però non incontra il favore di storici punti di ritrovo, tra cui bar e, soprattutto, copisterie.

Di queste ultime molte sono arrivate al capolinea. In via San Lorenzo, arteria che collega Piazza Martiri della Libertà al Polo Fibonacci, due copisterie su quattro hanno già chiuso. La copisteria Speedy ha affisso un cartello "affittasi", mentre Master Copy ha messo in vendita i locali. Riccardo Agonigi, raggiunto telefonicamente, ha spiegato le sue ragioni: "A Pisa abbiamo 3 attività. Per ora chiudiamo solo quella di Via San Lorenzo. Sembra che sia caduta una bomba su Pisa, non si riesce più a lavorare. Dopo aver appreso che fino a dicembre le lezioni sarebbero proseguite online, per noi è stata una mazzata e abbiamo deciso di chiudere". Agonigi non si tira indietro e vuole scendere in piazza: "Quando non avrò più da mangiare andrò direttamente a casa del rettore... Stiamo organizzando presidi sotto il Rettorato e manifestazioni, ci faremo sentire insieme ad altri commercianti".

Non va meglio al Telaio di Emanuela D’Angiò, in via L’Arancio: "Ho riaperto dopo 2 mesi il 4 maggio, per ora resisto, ma non so per quanto ancora. Da queste parti ha già chiuso lo storico Centro Grafico, chissà quanti altri abbasseranno le serrande". Anche i Bar, espressioni di una socialità perduta a livello universitario, non riescono ad andare avanti. "Ciò che incassavo in un giorno, ora lo faccio in una settimana e mezza", rivela Fabrizio Andreoni, titolare del Bruchetto in Piazza Martiri della Libertà. Federico Bacci, della caffetteria Betsabea in Piazza Dante, è categorico: "Riaprire i corsi a dicembre è una decisione senza senso. Così non solo si danneggiano copisterie, bar e pub, ma anche sugli affitti si crea un danno enorme su Pisa. Mi auguro in una marcia indietro da parte del rettore".

Compatte anche le associazioni di categoria, come Confesercenti Toscana Nord, nelle parole del presidente area pisana Luigi Micheletti, il responsabile Centro storico Francesco Mezzolla ed il presidente del sindacato pubblici esercizi Fipet, Massimo Rutinelli nei confronti del rettore Paolo Mancarella: "Attendiamo che il rettore dell’ateneo pisano modifichi il suo piano iniziale che prevedeva il ritorno degli studenti a gennaio. Parliamo a nome delle attività commerciali, dei pubblici esercizi, delle librerie e copisterie, fino alle agenzie immobiliari che hanno già subito decine e decine di disdette di affitti per studenti". La conclusione di Micheletti, Mezzolla e Rutinelli è la seguente: "Siamo convinti che il rettore ed il suo collegio accademico sapranno trovare le soluzioni migliori per la ripresa delle lezioni, magari allungando gli orari ed utilizzando più aule. L’ateneo pisano ha tutte le carte in regola per organizzare una ripresa alla vita normale della sua didattica, facendo comunque convivere lezioni a distanza con quelle in presenza. Pisa è sempre stata una università di altissimo livello".