Il Battistero all’antico splendore. Tutti i segreti di una grande impresa

Una sfida tecnica difficilissima con ponteggi ad alta quota. Restaurati paramenti interni, matroneo e cupola

Nel 1163 fu istituita una tassa che tutte le famiglie pisane pagarono per sostenere la spesa per l’acquisto e il trasporto delle colonne che sorreggono il Battistero. Come a dire, il legame fra il meraviglioso "cerchio" di piazza dei Miracoli e la nostra città è saldo da mille anni. Così è confortante sapere che il Battistero, grazie anche agli ultimi importanti lavoro di restauro appena ultimati, gode di buona salute ed è tornato all’antico splendore.

"I lavori sono iniziati alla fine del 2020 – argomenta l’ingegnere Roberto Cela, direttore tecnico dell’Opera della Primaziale Pisana – e hanno visto il restauro conservativo dei paramenti interni, matroneo e cupola del Battistero". "A seguito delle necessarie autorizzazione della Soprintendenza – continua Cela – è stato impostato un grande ponteggio, realizzato dall’impresa TecnoSystemAppalti di Roma, pensato e progettato per rispondere a precise caratteristiche funzionali, tra cui la leggerezza della struttura e la minima occupazione delle aree a terra, per limitare il più possibile il disagio a visitatori e fedeli, che ci ha consentito di raggiungere tutte le superfici dell’intradosso della cupola in modo da valutare lo stato di consistenza degli intonaci e la loro adesione ai supporti murari".

Difficoltà tecniche elevatissime con ponteggi sospesi a 21 metri di altezza, scale in allumino fino a 46 metri e 7.200 elementi assemblati da operai-acrobati. La ditta di restauro incaricata è l’"Impresa Cellini" di Impruneta. "L’intervento ha rappresentato anche un’occasione – aggiunge Sara Chirico, restauratrice dell’Opera del Duomo – per approfondire le conoscenze sulla storia conservativa dell’edificio. È stata avviata una ricerca archeologica dell’elevato ed è stata approfondita la natura degli interventi precedenti che si sono susseguiti nel corso del tempo". Così sono stati scoperte anche delle decorazioni ottocentesche: "con motivi geometrici e floreali, molto probabilmente risalenti alla metà dell’800 e che già alla fine dello stesso secolo erano state scialbate per uniformare le volte con l’intonaco non decorato della cupola". Insomma, non proprio in linea con il resto del monumento. Così, proprio come due secoli fa, le decorazioni sono state di nuovo ‘coperte’ con una mano di intonaco.

Saverio Bargagna