
MARINA DI PISA
Un’araba fenice che ad ogni estate, all’inizio di ogni stagione balneare, resistendo agli inverni e alle mareggiate. Si tratta del bagno Gorgona, ‘icona’ del litorale pisano. L’insegna si affaccia tra via Crosio e piazza Viviani, la si vede da lontano, la conoscono tutti. Sorge nel luogo esatto dove un tempo si innalzava l’Ospizio marino, bombardato e abbattuto con la seconda guerra mondiale. Ed è proprio da quei tempi che è gestito dalla stessa famiglia. L’inizio si perde nei ricordi, va indietro fino al nome di Adolfo Rossi, pescatore e fondatore. Una storia fatta di salmastro e legami che arriva fino a Elena Mariotti e a agli attuali gestori, dal 2000, Patrizia Fabbri e il marito Stefano Sbrana. Più forte della violenza delle onde e di quella delle fiamme (gennaio 2003, data impossibile da dimenticare, con lo stabilimento raso suolo e ricostruito da capo), più forte degli strascichi della crisi: "L’anno scorso abbiamo realizzato il nuovo solarium – spiega Stefano Sbrana per il "Gioco dell’estate" organizzato da La nazione – era in legno, difficile da mantenere. Così abbiamo pensato di coprirlo con il pratino sintetico". La soluzione piacque ai bagnanti e c’è molta più ombra adesso. La tradizione è la vera forza del bagno Gorgona. Una ‘formula’ - tradizione, familiarità, semplicità - che conquista anche i turisti stranieri. "Ne ospitiamo molti quest’anno, affitti giornalieri senza sosta. Arrivano da Francia, Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna" conferma Sbrana. Al Gorgona il Covid non è mai stato un problema, ma quest’anno è possibile nuovamente puntare il piede sull’acceleratore: "Via le restrizioni, son rimaste quelle base. Adesso possiamo tornare ad avere operativi circa 260 ombrelloni". Qualche difficoltà, ma i proprietari non si sono lasciati demordere: "Abbiamo fatto tanti sacrifici per contrastare le mareggiate che spesso hanno distrutto il Bagno". A sorvegliare la spiaggia ci sono i due bagnini Diego Sannino e Michele Contardi. In spiaggia, clienti storici e tanti bambini. Perchè – lo sanno tutti – al Gorgona il susseguirsi delle generazioni è una questione di volti, cognomi, amicizie cementate nel tempo.
Michele Bufalino