
Accusa di omicidio a Pisa: principale imputato sceglie rito abbreviato. Altri imputati ammessi a riti alternativi. Fratello vittima parte civile. Arresti e difese degli accusati.
Omicidio di Befana, il principale accusato ha scelto il rito abbreviato. Molti i riti alternativi per gli altri imputati ammessi ieri mattina davanti al giudice per le udienze preliminari: saranno discussi a marzo. Nella scorsa tappa si era costituito parte civile il fratello (Amri Souhail) della vittima, Ilyes Amri, 27enne di origini tunisine morto con una coltellata al petto che gli aveva raggiunto il cuore la sera del 5 gennaio 2024, sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele. In carcere, con l’accusa di omicidio, si trova Shota Javshanashvili, tutelato dagli avvocati Marco Meoli e Tiziana Mannocci. I carabinieri del Norm, coordinati dal pubblico ministero Egidio Celano, sono arrivati a lui e agli altri attraverso le testimonianze e le immagini delle telecamere delle Poste. A quella lite avrebbero infatti partecipato, in tutto, una decina di persone, sei di origine tunisina e tre di origine georgiana (una rimasta irreperibile), mano a mano individuate e arrestate. Tre sono al momento le persone in carcere con contestazioni diverse tra cui la rissa all’interno della quale sarebbe nato poi il delitto.
Il fratello, parte civile nel procedimento, si è rivolto all’avvocato Gabriele Dell’Unto che tutela anche l’altro fratello imputato. Gli altri sono difesi dagli avvocati Sara Baldini, Dario Scordo, Enrico Roccasalvo, Ottavio Bonaccorsi e Alessandra Silvestri di Milano. Sono tre georgiani (due abbreviati) e sei tunisini (qualcuno patteggia, qualcun altro a giudizio) che a vario titolo e con diverse responsabilità sarebbero stati presenti quella sera in cui perse la vita il 27enne.
Antonia Casini