REDAZIONE PISA

"Il 25 Aprile torni ad unire e non divida"

Festa della Liberazione per pochi intimi ma dal grande significato. Ecco gli interventi dei sindaci

Conti, Angori e Possenti alle celebrazioni a Pisa

Pisa, 25 aprile 2020 - Cerimonie per pochi intimi in tutti i comuni della provincia, con i sindaci a rappresentare, anche in modo simbolico, l’intera cittadinanza durante le celebrazioni della Festa della Liberazione. Ecco gli interventi. Michele Conti, sindaco di Pisa. “Tante volte si è discusso del valore e dell’importanza di questa giornata nel ‘calendario civile’ del Paese. Per anni questa data è stata motivo di scontro e divisioni. Ora, dopo 75 anni da quei fatti, credo sia giunto il tempo per affrontare una riflessione pacata, condivisa e non conflittuale, affinché i valori di libertà e democrazia che contiene questa giornata possano essere sempre più condivisi da tutti gli italiani. Molti osservatori nel descrivere il periodo che stiamo vivendo hanno parlato di ‘guerra’, perché simile alla guerra è la paura che ci costringe a combattere contro un nemico che causa morte, lutti e disperazione. Si è citato la ‘prima linea’, rappresentata dalle istituzioni sanitarie, ospedali in primo luogo, che hanno accolto migliaia di persone colpite da questo virus letale; e si è parlato giustamente di ‘eroi’ a proposito dei tanti medici, infermieri e personale sanitario a tutti i livelli che ha lottato per salvare uomini e donne al rischio della vita propria e dei propri cari. Voglio cogliere questa occasione per ringraziarli tutti e dimostrare l’affetto e la vicinanza della comunità di Pisa verso il personale dell’ospedale di Cisanello, i medici di base, il personale paramedico e infermieristico e tutti quanti si sono prodigati per la nostra salute, salvando in molti casi vite umane e evitando a tante famiglie inutili lutti. Un pensiero pieno di vicinanza e di cordoglio alle famiglie che hanno perso i propri cari in queste settimane. Così come voglio che arrivi un saluto a tutte le persone che ancora oggi stanno lottando per sconfiggere questa malattia, a loro va l’augurio di trovare le forze e lo spirito giusto per superare questi momenti difficile. Lo sguardo al passato deve essere occasione per abbandonare la retorica, le strumentalizzazioni, le divisioni. Qualcuno, lo scorso anno, pose l’accento sul fatto che il 25 aprile fosse stato dedicato alla figura di Italo Bargagna, primo sindaco di Pisa dopo la Liberazione: allora rimarcai le doti dell’uomo che fu prima uomo delle istituzioni e poi uomo di parte, tutto dedicato alla ricostruzione della città uscita distrutta dalla guerra. È così che interpreto, oggi, il mio ruolo da sindaco di Pisa. Spesso, in questi giorni difficili, sono tornato con la mente alla sua figura e ho ripensato ai grandi sforzi profusi nel Dopoguerra. Anche grazie a lui e a uomini come lui, da qualunque schieramento provenissero, fu possibile ricostruire la città e l’Italia, sebbene all’epoca fossero forti e marcate le divisioni politiche e ancora laceranti le ferite. Ma con l’esempio e il senso dello Stato quegli uomini e quelle donne seppero dare nuova vita alla città. Oggi come allora, di fronte a un periodo altrettanto incerto e difficile, dobbiamo tutti trovare le energie e le forze per la ricostruzione e limitare al massimo le ragioni di divisione. La nostra città deve sollevarsi il più rapidamente possibile da questa dura crisi e per farlo ha bisogno delle energie e delle intelligenze di tutti. La storia di Bargagna e di quella generazione insegna che invece si può ricominciare da subito. Sono sicuro che questo insegnamento e questa giornata di celebrazione della nostra storia non saranno state vane se sapremo remare tutti nella stessa direzione, avendo come punto di riferimento la nostra Costituzione Repubblicana”. Sergio Di Maio, sindaco di San Giuliano Terme. “L'emergenza sanitaria ci ha obbligati a ridurre in maniera drastica i festeggiamenti per il 25 aprile, una delle ricorrenze a cui la nostra comunità è maggiormente legata e su cui ha forgiato la sua identità più autentica e profonda. Quell'identità che voglio riconoscere anche nel nostro Paese, l'Italia, proprio oggi, nel giorno in cui 75 anni fa è stata liberata dal nazifascismo. E lo voglio riconoscere nonostante tutto e tutti, nonostante i segnali talvolta preoccupanti che periodicamente arrivano dalla cronaca quotidiana, tra nuovi fascismi e prove di intolleranza diffusa. Per questo, alla Festa della Liberazione ritengo con decisione di affiancare l'altro splendido nome di questo giorno speciale: Anniversario della Resistenza. Resistenza che si fonda sugli unici veri valori non negoziabili: pace, tolleranza, solidarietà, democrazia, inclusione e antifascismo. Valori che hanno ispirato la nostra Carta costituzionale. Festeggiamo 75 anni di libertà iniziati con un fortissimo sentimento di unità. La stessa unità che serve oggi, a partire dalle comunità locali, dalle storie che ci uniscono. Il 25 aprile 2020 a San Giuliano Terme porta con sé un'altra particolarità. È il primo 25 aprile senza partigiani viventi a "custodire" la nostra comunità. L'ultimo testimone attivo dell'epoca, Duilio Cordoni, ci ha lasciati qualche mese fa e il mio pensiero è andato spesso a quel giorno in cui ci siamo stretti nel suo ricordo, riuniti nel Parco del Partigiano di Asciano intitolato a Uliano Martini. Inevitabile pensare anche alla brigata Nevilio Casarosa, allo stesso Uliano, a Livia Gereschi e ai tanti altri protagonisti della nostra storia. Non li cito tutti, avremo modo di ricordarli come meritano. Di sicuro, hanno contribuito in maniera decisiva al riconoscimento che portiamo con orgoglio a ogni iniziativa istituzionale: la Medaglia d'argento al merito civile, che il Comune di San Giuliano Terme ha ricevuto a settembre del 2018 per mano del Presidente della Repubblica con una motivazione che non mi lascerà mai indifferente: la nostra comunità, in quella tragica estate del '44, "...nonostante le razzìe, i rastrellamenti e le uccisioni indiscriminate ad opera dei tedeschi, diede prova di un ammirevole spirito di resistenza e di straordinarie virtù civiche, ispirati dai più alti ideali di libertà e di democrazia". Adesso, più che mai, tocca a noi. Adesso siamo davvero rimasti soli nella lotta per conservare la libertà e far vivere quegli ideali di pace e democrazia sui cui si fonda la nostra società. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Mi è capitato di leggere che, quando muore un partigiano, sui monti che hanno fatto da sfondo alle sue battaglie per la libertà nasca un fiore. Mi piace credere a questa spiritualità viva e radicata dentro al nostro sentire e al nostro agire. Soprattutto di chi, come noi, è chiamato a prendere decisioni, anche molto importanti, per un'intera comunità. Una comunità come la nostra si fonda sulla memoria. Voglio chiudere con una citazione divenuta ormai un classico del 25 aprile, ma che trovo molto più adatta del solito, visto il preciso momento storico e sociale che viviamo, ognuno nel proprio ruolo. È una frase di Piero Calamandrei: "La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica". Faccio mio questo augurio e lo rivolgo a tutti voi. Ricordatevi che ‘la storia non ha nascondigli e non passa la mano’. Che la storia, se lo vogliamo, siamo davvero noi. Buon Anniversario della Resistenza. Buon 25 aprile”. Massimiliano Angori, sindaco di Vecchiano e presidente della Provincia di Pisa. “È un 25 Aprile inevitabilmente diverso quello del 75° anniversario della Liberazione per il Comune di Vecchiano, ma anche per tutto il nostro Paese, perché celebrato in piena pandemia per l’emergenza Covid19; ma non per questo vengono meno i valori fondanti della Festa della Liberazione, quelli legati alla democrazia e alla libertà, quest’ultima limitata in un certo senso, in questo periodo, ma per proteggere il bene primario della salute pubblica. Nessuno di noi, come uomini delle istituzioni, avrebbe mai pensato di celebrare questa importante ricorrenza della storia del nostro Paese, vivendola nel periodo di pandemia da Covid19. Questo tuttavia non ci impedisce di riaffermare con forza, oggi più che mai, i valori democratici, quali uguaglianza, lavoro, pace e solidarietà propri della nostra Costituzione, propri del significato più profondo della Festa della Liberazione, e ottenuti grazie alla Resistenza partigiana. Una Resistenza che abbiamo imparato ad esercitare anche noi, in questo periodo di isolamento sociale, non perdendo, come popolo, la nostra identità e prodigandoci in vari modi a fronteggiare questa emergenza sanitaria, a cui si collega quella economica, con cambiamenti improvvisi e inaspettati nelle nostre vite globalizzate e frenetiche. Una moderna Resistenza di cui sono espressione i volontari e tutte le componenti del volontariato, anime insostituibili di questa emergenza, senza il cui contributo anche le nostre istituzioni sarebbero di fatto azzoppate nel sostegno alle comunità e ai cittadini. Una moderna Resistenza portata avanti dai medici, da quelli andati in pensione e ritornati in corsia richiamati dal loro senso etico del dovere, e talvolta caduti sul campo per la causa; una moderna Resistenza di tutti gli infermieri e gli operatori sanitari impegnati in turni massacranti a combattere il Covid19; la Resistenza moderna e toccante di tutte quelle famiglie che hanno perso i loro cari, senza la possibilità di poter rivolgere loro il commiato che la nostra cultura riserva ai defunti, e che dà quel minimo sollievo nel momento della dipartita estrema di un congiunto. Una Resistenza che tuttavia possiamo trasformare in resilienza, facendo sì che da questo frangente storico il nostro Paese, e l’Europa, rialzino la testa ispirandosi ai principi che sono alla base della nostra Costituzione: principi di solidarietà concreta e uguaglianza sociale, di unità tra popoli, che ci consentano di rinascere, più forti di prima, riappropriandoci nell’intimo di questi valori che si erano andati via via sbiadendo, in una consumata quotidianità. Abbiamo l’opportunità unica di ricostruire, a partire da questa esperienza, un futuro che tenga conto di questi elementi, che vada oltre le barriere delle differenze tra popoli e Paesi. E come istituzioni abbiamo la responsabilità di fare scelte coraggiose, improntate alla ripartenza dell’economia locale e, contemporaneamente, alla tutela del bene primario della salute pubblica di cittadini e lavoratori. Abbiamo il dovere di interrogarci, anche come istituzioni locali, sull’erogazione di servizi scolastici più moderni e funzionali, sia dal punto di vista della didattica che della logistica, ciascuno per le rispettive competenze, che mettano al centro anche il ruolo delle donne consentendo loro l’avvento realistico di una vera parità di genere. Abbiamo il dovere di cercare forme più giuste e applicabili di stato sociale, anche a fronte dei bisogni che saranno sempre più numerosi delle famiglie, già vessate da molteplici esigenze socio-sanitarie. Abbiamo il dovere, come popolo, di essere uniti e solidali, con quelle forme e quei semplici gesti di spontanea generosità e di reciproco sostegno che sono stati inesauribili note di colore in questo periodo, a tratti cupo, in cui tutto è diventato incerto e sospeso. Sfide che fanno parte del nostro prossimo futuro; e che dobbiamo accettare per il bene dei nostri figli, delle nostre comunità, del nostro Paese, consapevoli che uniti, con il supporto di tutte le altre istituzioni, oltre ai Comuni e alle Province, dallo Stato alla Regione, possiamo vincerle attraverso una rinascita, e tornare a dare voce, con nuova forza, ai principi fondanti della nostra Costituzione, che oggi celebriamo. Buon 25 Aprile a tutti noi!”. Matteo Ferrucci, sindaco di Vicopisano. “Dobbiamo cercare veramente di vivere il 25 aprile come una festa di tutti, perché è così, perché furono tutte le forze politiche, profondamente antifasciste, quelle che poi scrissero la nostra Costituzione, a partecipare alla Liberazione, a sostegno degli Alleati. Queste divisioni che ogni anno accompagnano il 25 Aprile sono strumentali e polemiche poiché non dobbiamo mai scordare cosa festeggiamo oggi: la Liberazione dall'occupazione nazifascista che portò la nostra nazione al periodo peggiore, tra numero di morti e crisi economica, e in cui tantissimi persero la vita per darci quello che oggi abbiamo: libertà democrazia, pace, giustizia sociale, i valori fondanti del nostro vivere civile, del nostro Paese. Sandro Pertini affermava che libertà e giustizia sociale sono un binomio inscindibile e per la giustizia sociale dobbiamo e possiamo fare di più. In quegli anni numerosi italiani e italiane, numerosi partigiani e partigiane uscirono da una situazione terribile per combattere, con ogni loro mezzo, con ogni energia, contro l'occupazione, per ridarci la libertà. Ai giovani, ai ragazzi vorrei consigliare: leggete, approfondite, imparate la storia, ciò che è avvenuto nel nostro passato, coltivate, anche con le esperienza, la Memoria, sempre, ma non date mai per scontati i valori di uguaglianza, libertà, pace, solidarietà e giustizia sociale”. Dario Rollo, sindaco di Cascina. “Una cerimonia sicuramente diversa da quelle svolte in passato. Ringrazio chi ha accettato di festeggiare restando a casa, esibendo il nostro tricolore e dimostrando un grande senso civico. Oggi si celebra l’anniversario della Liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista e nessuno poteva immaginare che a distanza di 75 anni potessimo essere ancora in guerra, stavolta contro un nemico invisibile che potesse attaccare l’intero pianeta, un virus terribile che ha stravolto le nostre vita, esportando morte e disperazione. Non solo per chi ha avuto perdite, ma anche per chi sta attraversando momenti difficili dal punto di vista economico e sociale. L’Italia sta attraversando il suo momento più difficile proprio da quel 25 aprile 1945, con la gente costretta a rimanere in casa e non poter partecipare alle nostre feste civili come questa o religiose. La Santa Pasqua è passata come un giorno qualsiasi, oggi si festeggia con un raduno e una manifestazione ridotta. Noi italiani non siamo mai stati uniti nelle celebrazioni, ma non c’è dubbio che queste manifestazioni rappresentino le basi e le colonne portanti della nostra società, nelle quali ogni individuo ha potuto trovare un suo riferimento: la cultura cattolica, la scelta democratica, il lavoro come fondamento dei diritti, l’orgoglio repubblicano e quello nazionale. La giornata del 25 Aprile sancisce un modello e ci rassicura sulla permanenza dei valori costitutivi della nostra società. Mai come ora abbiamo bisogno di sentirci dire che libertà, democrazia, lavoro dignitoso, rifiuto di ogni assetto oligarchico restano fondamento alla base della nostra società. Il mio invito a esporre il tricolore fuori dalle finestre è un modo per dare il giusto significato a questa celebrazione e a un simbolo come la nostra bandiera. Esponendola, abbiamo trasformato i nostri balconi in piazza, abbellendo le strade. Se non si comprende il significato del tricolore, andiamo poco lontano. E ancora oggi si avverte una carenza del mito del tricolore, sbandierandolo solo quando gioca la nostra nazionale. Un simbolo che deve essere espressione di unità, fratellanza, democrazia e appartenenza a un unico popolo. Oggi, 25 Aprile, giornata della Liberazione dal nazifascismo, è necessario ritrovare unità, non possono più esserci divisioni come purtroppo si sono viste anche in questi giorni. Se vogliamo continuare ad essere un paese libero, democratico e competitivo, torniamo ad amarlo e a occuparci di lui attraverso le buone pratiche quotidiane. Viva Cascina, Viva la Toscana e Viva l’Italia!”. Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci. “Purtroppo le celebrazioni di oggi a causa della normativa emanata per contenere la diffusione del Covid-19 ci hanno impedito di fare tappa, come facciamo ogni anno, con la tradizionale posa delle corone di alloro in tutti i luoghi della memoria del territorio comunale, ma non potevamo permettere che il Coronavirus ci impedisse di celebrare e onorare una delle principali festività della nostra Repubblica. Abbiamo celebrato in una forma diversa, illuminando con il tricolore la facciata del Municipio, con una messa questa mattina a porte chiuse nella chiesa di San Rocco grazie a Don Antonio Cecconi e deponendo in Piazza del Comune due corone al cippo e al monumento alla memoria di chi ha dato la vita 75 anni fa per la nostra libertà. 75 anni fa siamo usciti dalla ferocia, dalla violenza, dalla dittatura fascista che dal ventennio ci aveva condotti alla guerra di oppressione e a subire l'occupazione nazista. Il periodo più buio per il nostro paese: dall'olio di ricino alla manganellate alle uccisioni, dalla guerra di assalto alla guerra in casa nostra all'ecatombe della II guerra mondiale al fianco delle follie naziste. La complicità delle leggi razziali, le angherie, le stragi in Italia, penso alle Fosse Ardeatine, Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Vinca, le migliaia di eccidi sono state tutte stragi nazifasciste. Talvolta anche oggi e purtroppo sempre più spesso si discute sul senso di proseguire le celebrazioni: come amministrazione siamo convinti che basta guardarsi intorno per vedere ciò che accade in molti, troppi paesi del mondo, compreso il nostro. Guerra, violenze, dittature, negazionismi, neofascismi, intolleranze che si vivono anche nel nostro paese: bastano questi esempi per capire che se ci fosse anche una sola vittima di aggressioni omofobe, intolleranza razziali, minacce per le proprie opinioni e libertà personali, anche fosse una sola vittima ecco che tutto ciò meriterebbe il nostro impegno, la nostra lotta per imparare dagli errori e orrori del passato per non ripeterli. Ricordare significa onorare ma significa anche leggere il presente, saperlo interpretare, per evitare che si possa scivolare in un futuro pericoloso ancora una volta. La storia è definita dai latini ‘magistra vitae’, la memoria è fondamentale per non cadere negli errori del passato. È per questo che in un mondo, in un’Europa dove si usa l'attuale virus per chiedere i pieni poteri, queste derive a cui plaudono anche nel nostro paese alcuni soggetti, ci dicono qual è il senso e l'impegno di portare avanti le celebrazioni del 25 Aprile. Ecco 75 anni dopo il senso di portare avanti l'impegno - con più forza rispetto allo scorso anno e con un pochino meno rispetto a quella che dovremo usare il prossimo - per la memoria affinché certe libertà e diritti non siano mai dati per scontati, affinché non si dimentichi chi ha dato la vita per noi e per la nostra democrazia. Abbiamo il dovere di trasmettere questi valori alle nuove generazioni: è questo l'unico vaccino contro una ricaduta. Occorre ricordare ciò che è stato, testimoniare l'esempio di chi non ha avuto paura 75 anni fa per sconfiggere il male, un regime, per farci tornare liberi pagando il prezzo più alto: quello della vita. Mi impegno oggi, nel 75° anniversario, a proseguire e rafforzare l'impegno per la memoria per i giovani, un impegno che non è guardare indietro fino a se stesso ma per costruire un domani migliore e perché, per dirlo con le parole del padre costituente Piero Calamandrei, "la libertà è come l'aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". Ecco che vogliamo dare ai giovani, alle nuove generazioni gli anticorpi, un vaccino per fare in modo che l'aria e la libertà non vengano mai a mancare. Viva la Liberazione, Viva la Costituzione!".