
di Igor Vanni
Sabato pomeriggio una videoconferenza collettiva, ma le forti preoccupazioni dei lavoratori si sono trasformate ben presto in manifestazioni di gioia. La catena Ikea ha dovuto chiudere i battenti, ma il colosso svedese non ha mandato a casa nessun lavoratore. Non solo, nessuna cassa integrazione ma tutti al lavoro per migliorare ulteriormente gli store e farsi trovare pronti per la riapertura. Una scelta molto apprezzata da parte dei lavoratori, che continueranno dunque a percepire il loro regolare stipendio nonostante la chiusura fino al 3 dicembre. C’era infatti molta preoccupazione tra i dipendenti, dato che di solito le multinazionali sono le prime a chiedere la cassa integrazione e ‘approfittare’ di certe situazioni critiche per risparmiare qualcosa sulla pelle dei lavoratori. Così non ha fatto Ikea, con un gesto che è stato molto apprezzato. "Siamo orgogliosi di lavorare per Ikea – ci dicono alcuni dipendenti –. La nostra azienda non rientra nella categoria che vende generi di prima necessità, ma ha comunque deciso di non aderire alla cassa integrazione. Resteremo tutti a lavorare e di questi tempo è oro che cola. Siamo dunque orgogliosi di far parte di questa azienda che ci permetterà di continuare a dar da mangiare ai nostri figli".
Non è dunque vero, almeno in questo caso, che l’etica non vada d’accordo con il profitto. Sarebbe stato facile per Ikea richiedere la cassa integrazione o altre forme di sostegno e tenere a casa i propri lavoratori, ma ha deciso di farli entrare comunque in negozio. Sarà l’occasione per sistemare gli arredi e gli scaffali, fare ancora più squadra e prepararsi alla riapertura più determinati che mai. Anche il settore che sembrava più a rischio, quello del food, è stato ‘salvato’ dalla cassa integrazione: resta infatti attiva la mensa per i dipendenti (quasi 300), con il reparto che continuerà dunque a lavorare per ristorare i colleghi. E quando sarà concessa la riapertura, ci sarà da aspettarsi un vero e proprio assalto allo store nell’area della Darsena Pisana: non solo per gustare le deliziose polpette o il salmone, ma per qualche candela profumata in vista del Natale, un tavolo, un letto, un mobile.
Insomma, tutto quanto faccia ‘Ikea’ e che non manca nelle case di ogni italiano. Con buona pace dei mariti ‘costretti’ dalle proprie moglie alla classica giratina all’Ikea, stavolta però con la consapevolezza che il colosso svedese ha difeso il lavoro dei propri dipendenti. Una cosa non da poco, in questi tempi di crisi.