I tre liceali del Carducci ‘portatori’ di pace

Paila, Diana ed Edoardo: riconoscimento ai sedicenni che a Pisa hanno accolto e aiutato la loro coetanea fuggita dalla guerra in Ucraina

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di Gabriele Masiero

Diversi, ma uguali. Tre adolescenti che arrivano da storie, origini e culture distanti tra loro hanno saputo fare squadra per aiutare una compagna di scuola ucraina, fuggita dalla guerra, a integrarsi prima e meglio nel loro liceo.

Accade a Pisa nel liceo statale Carducci e oggi i tre adolescenti, Paula Kalauz, moldava di 17 anni, Diana Enea, peruviana di 16, ed Edoardo Dominijanni, anche lui sedicenne, sono stati nominati Alfieri della repubblica dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, "per avere promosso un linguaggio universale di pace".

"Siamo molto contenti e molto sorpresi di questo riconoscimento - ha detto Edoardo - ma deve essere chiaro che noi lo abbiamo fatto per una persona soltanto: Vlada la nostra compagna ucraina e abbiamo iniziato a insegnarle l’italiano per aiutarla a integrarsi meglio nella nostra scuola, però alla fine è diventato più che altro un modo per farle sentire che c’era qualcuno che ha cercato di aiutarla nella sua situazione". Del resto quel gesto di solidarietà è diventato anche un "manifesto" pacifista per i tre liceali: "Abbiamo tentato di fare qualcosa - ha spiegato Edoardo Dominijanni - per un’ingiustizia che noi percepivamo, e percepiamo tuttora, e che è più grande di noi. Per questo il messaggio che ci piacerebbe passasse da tutta questa vicenda è rivolto proprio ai ragazzi della nostra età: non si è mai troppo piccoli per fare qualcosa contro ciò che si ritiene ingiusto. È

questo il principio che ha ispirato fin dall’inizio il nostro agire a sostegno della nostra nuova amica ucraina".

Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla dirigente scolastica, Sandra Capparelli: "Tutti noi del Liceo Carducci siamo estremamente orgogliosi. Paula Diana ed Edoardo spontaneamente hanno promosso un’attività di accoglienza e supporto linguistico per i compagni ucraini, manifestando spirito di iniziativa, senso civico, solidarietà e fratellanza, oltrepassando ogni barriera culturale e linguistica". Hanno fatto di più hanno scelto di essere protagonisti di un percorso di integrazione senza rinunciare alle loro storie diverse, ma alla fine, uguali e con uno sguardo rivolto al futuro piuttosto che al presente e al passato.