
"A quei tempi via Cavalca era piena di residenti che, già alle 7.30, del mattino facevano la spesa". Lo ricorda Salvatore Forestieri titolare dell’enoteca La Cantinetta che ha compiuto 40 anni di attività. Di storie Forestieri, ne ha da raccontare. Lui forniva di vini pisani, i ristoranti più frequentati: da Stelio passando per Turiddo e Il Pappagallo. "Ho iniziato 40 anni fa, grazie alla mia famiglia. A quell’epoca, eravamo una "bottiglieria-vini-liquori". Si vendevano soprattutto liquori sia nazionali che esteri ristoranti. Tra i liquori c’erano ad esempio quelli della Fraberg, un liquorificio pisano molto apprezzato. Ma si vendevano anche sciroppi. Non c’erano tante etichette di vini quindi si vendevano quelli più blasonati".
In quegli anni, acqua e vino venivano portati direttamente a casa soprattutto agli anziani: di ascensori ce ne erano pochi. Oggi si sarebbero usati i "galoppini" delle multinazionali delle consegne a domicilio mentre Forestieri usava un Ape 500. Ancora oggi, Forestieri porta vini e liquori a domicilio quando chiude l’enoteca, avendo sostituito l’Ape con uno scooter rigorosamente "con pedana piatta per caricare un cartone di vino in sicurezza". Forestieri ha visto il cambiamento del quartiere e della città, ha visto i condomini ed i palazzi di vicinato svuotarsi di vecchi amici e residenti. Ha visto negozi storici chiudere ed ha visto cambiare il commercio, anche solo lì in quella via Cavalca una volta piena di negozi di alimentari. Tutti tornano da Forestieri giovani e meno giovani. E da lui, lui che rigorosamente chiude alle 20, vanno gli studenti, gli studenti che vogliono bere bene, che vogliono provare i vini pisani di cui lui è un attento selezionatore e conoscitore. Capita spesso di vedere nell’enoteca almeno due generazioni che si incrociano. Lì nascono amicizie tra un anziano residente e studenti che abitano nel quartiere e che sono curiosi di conoscere storie ed aneddoti della zona e di Pisa. E se gli studenti si laureano e vanno a lavorare altrove, quelli tornano, così come i turisti ed alcuni professori stranieri. "E’ un momento di grande gratificazione, vedere un ex studente che torna da me e mi racconta in quale città viva, che lavoro faccia. Il legame non si rompe. C’è poi un professore giapponese che ha lavorato al Sant’Anna e come torna in Italia, viene da me". Ed allora, da Pisa al Giappone, alla Sicilia, il brindisi sia ad altri 40 anni de La Cantinetta dove le storie corrono sull’orlo di un bicchiere.
Carlo Venturini