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"I primari prof? Spesso dirigono solo se stessi"

Il segretario regionale Anaao replica al luminare dei trapianti. Ugo Boggi: "Di lui ho grande . stima ma i privilegiati ci sono"

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"I direttori medici universitari dirigono spesso solo se stessi senza bisogno di un concorso e sempre i colleghi universitari rifiutano di fare guardie e turni di reperibilità". Lo dice a chiare lettere Gerardo Anastasio segretario regionale dell’Anaao Assomed , il sindacato dei medici. Anastasio risponde al professor Ugo Boggi che ha replicato all’intersindacale dei medici ospedalieri sui presunti privilegi degli universitari.

"Ho letto con molto interesse l’intervista del professor Boggi, di cui ho grande stima come professionista e che ammiro per l’altrettanto grande dedizione al lavoro. Però c’è un però. Nell’Azienda Pisana su circa 200 medici e dirigenti sanitari universitari, il 50% risulta essere direttore di qualcosa: talvolta solo di se stessi, talaltra solo di qualche specializzando, "tutorato" a distanza per telefono o via whatsapp: si infrangono così un discreto numero di leggi senza che - nonostante le reiterate segnalazioni - venga mosso loro alcun rilievo".

Veniamo ai concorsi inesistenti. E Anastasio dice: "Tali prestigiosi e remunerati incarichi, vengono attribuiti con un semplice accordo tra direttore generale e rettore (e il primo per essere nominato necessita del parere vincolante del secondo), senza bisogno di alcun concorso pubblico o di acquisire alcun titolo che ne attesti le capacità manageriale, come invece è richiesto agli ospedalieri. Il risultato è che spesso questi colleghi non sanno neanche cosa sia il contratto collettivo di lavoro che sono tenuti per legge ad applicare". Gli incarichi "prestigiosi e lautamente remunerati" secondo l’Anaao sono appannaggio degli universitari.

"Sempre a Pisa, gli 800 ospedalieri hanno la possibilità di raggiungere tali incarichi solo nel 7% dei casi. Negli ultimi 10 anni altrettante strutture complesse a direzione ospedaliera sono passate armi e bagagli all’università perché il direttore è stato assunto nei ruoli universitari e pur cambiando datore di lavoro, non ha perso l’incarico, come accade invece a tutti gli altri dirigenti pubblici". Veniamo alle guardie e reperibilità. "Come sindacato siamo intervenuti più volte perché alcuni universitari si rifiutavano per il loro "status" di fare turni disagevoli quali guardie e reperibilità, come previsto dalle norme". Il sindacato chiede poi che venga svelato un "mistero". "Si tratta di un segreto custodito meglio di quelli di Fatima; gli uffici universitari non mettono a disposizione i dati su tempo dedicato a ricerca ed assistenza. Tutti i rettori hanno sempre detto che non avrebbero mai permesso che qualcuno separasse il sacro vincolo temporale tra didattica, ricerca ed assistenza. Speriamo nel prossimo rettore".

Carlo Venturini