di Enrico Mattia Del Punta
PISA
"Abbiamo notato la camionetta della polizia che ci sbarrava la strada, poi le cariche (due), a quel punto ho visto mio fratello colpito dalle manganellate della polizia finire a terra, d’istinto mi sono gettato verso di lui e ho preso più colpi sul braccio e la schiena".
È il racconto di uno degli studenti che dal pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello ripercorre gli scontri di ieri mattina, durante un corteo pro-Palestina organizzato in un primo momento come un presidio, poi tramutato in corteo non autorizzato verso piazza dei Cavalieri. Il bollettino medico dopo gli scontri è di 5 feriti subito refertati in pronto soccorso, 3 maggiorenni e 2 minorenni. Un braccio presumibilmente rotto, fratture alle mani e ferite da colpi di manganello alla schiena, una testa spaccata (ad una ragazza minorenne: 4 punti di sutura). Altri giovani avrebbero raggiunto Cisanello nel pomeriggio. Tra le forze dell’ordine, invece, due agenti lievemente feriti. Nella sala d’aspetto del pronto soccorso, una kefiah palestinese, uno studente si regge il braccio e i genitori arrivano alla spicciolata, inferociti. "Sono bambini, degli scriccioli" dice la madre di una dei ragazzi. Non crede a quello che è successo. E la rabbia è tutta verso le forze dell’ordine: "Non ci posso credere che sia successa una cosa del genere, ma loro non hanno figli?" si chiede.
"Abbiamo visto gli scudi alzati – riprende il racconto il ragazzo, si regge il braccio dolorante, con la manica del giacchetto arrotolata fino quasi alla spalla, accanto il padre infuriato –. Per fortuna alcuni professori e personale del liceo Russoli hanno portato i primi soccorsi con acqua e ghiaccio e bende. Hanno anche cercato di parlare con i poliziotti per farli desistere dal continuare con le cariche. Io forse mi sono rotto il braccio, un mio amico si è spaccato il labbro e un’altra ragazza, l’ho vista dentro il pronto soccorso con la testa rotta, mentre gliela stavano ricucendo".
Anche un altro studente, Tito, in ospedale mostra il segno di una manganellata sulla testa "guarda che hanno fatto" indica suo padre. "Ho visto una ragazza presa per il collo da un poliziotto – racconta lo studente, ancora sotto shock -, ho provato a tirarla via dalla presa dell’agente di polizia, a quel punto mi è arrivata una manganellata sulla testa". Tanto sgomento e tanta rabbia da parte dei genitori, presenti in ospedale: "Meglio che non dica nulla" risponde schietto un padre dei ragazzi. "La polizia ha spaccato diverse teste – racconta invece Alessandra Mosca, studentessa e una delle organizzatrici del corteo -. Per la giornata di sciopero nazionale indetto da vare organizzazioni pro-Palestina, siamo partiti da piazza Dante in passeggiata, siamo stati – continua –, subito bloccati dalle forze dell’ordine che ci hanno caricato, senza motivo, la nostra era un’iniziativa pacifica e volevamo andare in piazza Cavalieri".
Dopo gli scontri, il corteo di circa cento ragazzi, non si è fermato e ha raggiunto il polo San Rossore, in via Risorgimento per riunirsi in assemblea e per portare avanti le rivendicazioni della protesta. "Ogni complicità del nostro governo – continua Mosca -, delle istituzioni e delle università significa essere complici del genocidio in atto".