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Scuola Normale: "I rettori pro-Putin non hanno scusanti"

Parla il direttore Lugi Ambrosio dopo la sospensione dei rapporti con i rettori pro Putin: "Documento inaccettabile, non vogliamo però cadere in trappole discriminatorie"

Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa

Pisa, 10 marzo 2022 - La cultura, la ricerca, la formazione sono “antidoti fondamentali in questa situazione. Ma come altri atenei e rettori, anche la Normale di Pisa ha deciso di sospendere ogni forma di collaborazione istituzionale e ogni accordo di scambio con le università russe i cui rettori hanno sottoscritto il documento in cui avallano l'invasione dell'Ucraina. E' una questione di coscienza, anche personale. Adesso il nostro lavoro sarà quello di mantenere un doppio binario. Cosa non facile, lo ammetto». Una presa di posizione chiara, quella del direttore Luigi Ambrosio, ma che non rappresenta però uno stop, una chiusura.

Le collaborazioni con i singoli accademici russi saranno mantenute?

“Sicuramente, anche se la mobilità sarà compromessa, è comunque nostra intenzione salvaguardarla. Abbiamo rapporti scientifici avviati da tempo. E in questi giorni abbiamo avuto la testimonianza e la conferma da parte di molti colleghi russi di reazioni di sconcerto, tristezza, condanna. Non tutti ovviamente hanno il coraggio di esporsi. Ma non tutti hanno firmato il documento pro Putin”.

Al di là del ruolo istituzionale, per lei è anche una questione di coscienza personale?

“Considero inaccettabile che la mia firma possa essere apposta in un contratto con un ateneo diretto da un rettore che abbia firmato il documento. Non solo: il fatto che si stia parlando comunità accademica, di persone certamente ben informate, depone ulteriormente a sfavore dei rettori russi. Non c'è neppure la scusante di non essere informati sulla reale situazione. Il fatto che accademici che ricoprono posizione di vertice possano appoggiare scelte così scellerate ci lascia sgomenti”.

In che campo la Normale ha collaborazioni con docenti e ricercatori di origine russa?

“Nell'area della matematica, ma anche nella storia e nelle scienze sociali. Proprio nelle ultime ore abbiamo deciso di invitare una collega russa, con la quale nostri docenti hanno collaborazioni in atto, a trascorrere un periodo di studio da noi. Anche se non sappiamo se potrà lasciare il proprio paese per raggiungere l'Italia. Abbiamo un grande esperto storia russa, il professor Silvio Pons, presidente della Fondazione Gramsci, e rapporti anche al di fuori da accordi istituzionali. Non dimentichiamo che il mondo della ricerca fino a due settimane fa era veramente globale”.

La bandiera della pace sventola sulla facciata della Normale, e quella ucraina è in arrivo. Ci saranno altri momenti di riflessione o gesti simbolici?

“Nella conferenza dei rettori delle università italiane in programma a fine mese ne parleremo con la stesura, probabilmente, di un documento. Nella Scuola stiamo riflettendo sulle iniziative a favore di studenti ucraini, ma anche studenti e accademici russi perchè non dobbiamo cadere in trappole ideologiche di discriminazione”.

Francesca Bianchi