Luca
Puccetti^
I medici di Fimmg Pisa sono preoccupati per la riforma della continuità assistenziale, già guardia medica. La Regione propone una riforma che prevede, in molte realtà locali, la sostituzione, da mezzanotte alle 8 di mattina, della guardia medica attiva con centrali telefoniche ed invio del 118 ove si ritenga opportuna una prestazione domiciliare non differibile. Non si possono fare riforme senza coinvolgere gli amministratori locali. Sarebbe inconcepibile farlo senza adeguate ed ampie sperimentazioni che dimostrino di fornire migliori servizi ai cittadini in base ad evidenze sul campo. L’applicazione del “modello H16” non potrà mai avvenire senza l’approvazione dei sindacati di categoria che conoscono le esigenze dei territori e possono stabilire, di concerto con i funzionari Asl e i sindacii, ove il modello H16 sia possibile, e ove serva invece un modello H24, con sedi hub fornite di personale infermieristico e strumenti di diagnostica di primo livello. Siamo scettici sul ruolo delle centrali: il modello si scontra con la mancanza di conoscenza personale del paziente da parte del medico di centrale. Tale modello ove sperimentato come, ad esempio nell’ex Ask 11, si è rivelato fonte di contenziosi e di problemi e fu abbandonato. Alcune esperienze di potenziamento del servizio come al distretto di La Rosa hanno dimostrato di ridurre gli accessi al Pronto Soccorso, riscuotendo il gradimento di cittadini e sindaci. A queste esperienze occorre guardare per la riforma della guardia medica. Nebulosi paiono i compiti che i medici di continuità assistenziale dovrebbero svolgere in orario diurno, in sostituzione delle ore notturne ridotte, con eccesso di delega alla Asl per i compiti da assegnare a medici liberi professionisti convenzionati e che intendono rimanere tali e non divenire dipendenti “de facto”. Invitiamo i cittadini a partecipare alle scelte di riforma della sanità tramite le rappresentanze politiche, della società civile e delle associazioni
* Segretario provinciale
di FIMMG Pisa.