Giovane soffocato da un boccone a cena

Mattia Giordani morì a 27 anni: una dottoressa ha chiesto il rito abbreviato. Accettata la costituzione di parte civile di "Telefono Viola"

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Prima effettiva udienza per la morte di Mattia Giordani. Il caso, in passato, era slittato per impedimenti delle parti coinvolte. Ieri, davanti al giudice Giuseppe Laghezza – inchiesta della pm Flavia Alemi – la dottoressa Giovanna Sorrentino (difesa dall’avvocato Francesco Maldonato), 60enne di Sesto Fiorentino, responsabile sanitaria e medico specialista di riferimento per la neuropsichiatra, ha chiesto il rito abbreviato che sarà discusso il 20 settembre quando si deciderà anche il rinvio o il non luogo a procedere per la dottoressa Graziella Bertini, 63enne di Volterra, direttrice sanitaria e medico responsabile della struttura Stella Maris di Fauglia. L’associazione Telefono Viola (che si batte contro gli abusi e le violenze psichiatriche), rappresentata dall’avvocato Gioacchino Di Palma, si è costituita parte civile: "Siamo soddisfatti, visto che era stata fatta opposizione". La madre Sondra Cerrai e il padre Andrea Gioradini (tutelati dal penalista Giovanni Capria) chiedono chiarezza sulla morte del figlio che aveva appena 27 anni.

Era marzo 2018 e il giovane fu soffocato da un boccone mentre cenava a casa, a Calci. I due medici sono chiamati a rispondere di omicidio colposo. Secondo la procura le dottoresse avrebbero omesso di sospendere i rientri a domicilio del 27enne autistico che "ingeriva cibi in modo frettoloso" e aveva già avuto episodi di soffocamento che sarebbero stati risolti all’interno della struttura con la manovra di Heimlich praticata da personale formato. Per quanto ricostruito dall’accusa, le due dottoresse non avrebbero dato ai genitori, "al momento dell’uscita settimanale dalla struttura, indicazioni specifiche e dettagliate sull’indispensabilità di una dieta liquida o al più realizzata con pietanze sminuzzate", per evitare il rischio di soffocamento, e non li avrebbero informati "sulle modalità con cui praticare al bisogno la manovra per deostruirlo", sulla necessità di sorvegliarlo ed assisterlo durante il pasto. Per queste omissioni, le due dottoresse non avrebbero impedito il decesso di Mattia ucciso da un boccone di riso e prosciutto. Sondra, insegnante di Filosofia e Storia, ha scritto anche un libro "Siamo tutti legati", Porto Seguro Editore, nel quale narra la storia sua ("uguale a quella di tanti altri genitori") e di Mattia in particolare, per il quale invoca "una verità giudiziaria".

Antonia Casini

Carlo Baroni