Antonia Casini
Cronaca

"Richieste ignorate dal Comune", e i genitori diventano operai e imbianchini

Damiano Chiesa: le famiglie pitturano e montano pannelli anti-rumore

La classe prima dell'intervento con la muffa

Pisa, 12 aprile 2015 - Una stanza con settanta bambini dove i decibel raggiungono il livello che si registra nei cantieri edili in cui gli operai indossano le cuffie. E’ il locale-mensa della scuola elementare «Damiano Chiesa» nel centro di Pisa. Così alcune famiglie, pennello e martelli alla mano, si sono organizzate per montare pannelli fonoassorbenti. Il comitato dei genitori, nato spontaneamente, dopo la richiesta di adeguamento inoltrata al Comune nel 2013, ha fatto uno studio per analizzare i problemi. E’ stato l’architetto e papà Roberto Agostini a realizzarlo: «Il preside ha presentato la domanda a Palazzo Gambacorti, ma non ci sono state risposte. Così abbiamo effettuato le prove audiometriche e il risultato è stato incredibile: il riverbero è fuori norma». «Tra l’altro anche genitori di bambini ipoacusici non hanno mai ottenuto risultati, nonostante le tante sollecitazioni», aggiunge una mamma. «Quando i nostri figli sono stati per mezz’ora qui, devono poi restare per un’ora tranquilli in un altro luogo – racconta Simona Oreggia, una dei tre rappresentanti d’istituto che fanno parte del comitato (gli altri sono Laura Semini e Riccardo Farchioni). «A casa fischiano loro le orecchie. Tanto che vogliamo valutare eventuali danni subiti e non escludiamo neppure un esposto».

Padri e madri hanno commissionato una perizia. «Ma siccome non arrivavano risposte, alla fine ci siamo autotassati: i contributi volontari ammontano a 500 euro che sono serviti a comprare i pannelli fono-assorbenti. la manodopera, invece, è tutta loro: basata sulle braccia e sulla buona volontà». Lunedì alle 15 avranno un appuntamento con l’assessore ai Lavori Pubblici Serfogli. «Ci aspettiamo che in quel contesto ci vengano date certezze sull’insonorizzazione del soffitto: servono 4.500 euro. E’ una questione di salute». «Oltretutto – aggiunge un papà – alcuni di noi hanno i bimbi in quinta elementare. Questo significa che a breve non avremo più niente a che fare con la struttura di via San Francesco, ma l’intervento era necessario e noi siamo felici di averlo realizzato per quelli che verranno».

Genitori che non solo hanno appeso i dispositivi anti-rumore, ma che hanno ridipinto e pulito, proprio ieri mattina, cinque aule al primo piano. «Nella IIIC – racconta Simona – c’erano una parete con la muffa e un armadietto da buttare perché pieno di muffa. Bene, ci hanno detto di aspettare i vari passaggi burocratici, ma i nostri bambini non potevano continuare a stare in mezzo a tutto quello sporco. Così abbiamo comprato la tinta e abbiamo risistemato tutto». Alcune mamme hanno acquistato la carta adesiva per ricoprire un altro mobiletto, tutto sul tono del verde, come le vernici. «Ora raccoglieremo 70 euro, tanti soldi occorrono per un nuovo arredo».

Già, le pulizie. «La ditta che se ne occupa percepisce 7mila euro al mese, ma la scuola è sempre sporca: perché non dirottare questi soldi sul altri servizi?». E il primo aprile, davanti all’entrata dell’edificio i genitori hanno iniziato una raccolta firme per sostenere molte delle loro iniziative. «Si basa tutto sulla buona volontà, solo chi lo desidera aderisce».