REDAZIONE PISA

Franco Mosca: il medico, l’uomo, lo scienziato

Un anno fa la scomparsa del chirurgo padre dei trapianti e della Fondazione Arpa, che oggi continua nella ricerca e formazione in ambito sanitario

Un anno fa veniva a mancare il professor Franco Mosca, "padre" dei trapianti a Pisa e della "Fondazione Arpa" per lo sviluppo della formazione e della ricerca in ambito sanitario. Oggi, oltre ai familiari, lo ricordano amici, allievi e colleghi.

Franco Mosca era nato a Biella nel 1942. Grazie ad una Borsa di Studio in Medicina presso il Collegio Medico-Giuridico di Pisa (l’attuale Scuola Superiore Sant’Anna) si era trasferito a Pisa per frequentare l’Università e a Pisa è rimasto per tutta la vita. "Professore ordinario e poi emerito di chirurgia generale all’Università di Pisa, Mosca spiazzava – ricorda oggi la Fondazione Arpa – per l’intrinseca capacità di collocarsi sempre un passo avanti a tutti, per la caparbietà e la lucidità con cui perseguiva gli obiettivi preposti. Fu fra i primi ad individuare il ruolo fondamentale dell’endoscopia e dell’ecografia in ambito chirurgico e a potenziare entrambe come parte integrante del reparto da lui diretto. Le sue innegabili abilità tecniche sono state strumento di una capacità organizzativa straordinaria. E trascinante. Insieme ad un’équipe di medici ed infermieri che condividevano fatiche ed entusiasmo, Mosca ha sicuramente contribuito a consolidare la chirurgia vascolare d’urgenza".

Ma la memoria collettiva lo ricorderà soprattutto per aver voluto e creato il Centro Trapianti di Pisa. "Fra i molteplici impegni di quegli anni era coinvolto nell’iter di approvazione di espatrio all’estero per trapianto epatico. Fu così che nacque l’idea di sviluppare un Centro Trapianti, che fosse all’avanguardia per expertise multidisciplinare. E fu grazie alla sua essenza visionaria, abbinata alla incredibile dedizione che lo contraddistingueva, se Pisa è diventata una realtà di fama nazionale ed internazionale in tema di trapianto di organi. A lui si devono, infatti, il grande sviluppo del programma di trapianto di rene e la costituzione e lo sviluppo dei programmi di trapianto di fegato e di pancreas".

La Fondazione Arpa, la sua creatura, era nata nel lontano 1992 "proprio come strumento a disposizione di tutti per permettere a tanti di perseguire il proprio sogno di studiare ed anche di fare ricerca in ambito sanitario. La mission che il professore scelse per Fondazione Arpa fu, infatti, fin da subito chiara: sostenere la formazione e la ricerca in ambito sanitario, in modo da garantire un futuro a molti giovani meritevoli in tutto il mondo e da donare una speranza a chi soffre. E questo ben si sposava (e si sposa) con l’altro obiettivo, quello della cooperazione umanitaria rivolta a Paesi dove la minima assistenza sanitaria non è così scontata anche per la mancanza di personale qualificato".

"Sono stato al suo fianco per molti anni – ricorda l’attuale presidente di Arpa, il professor Luca Morelli –. Il professor Mosca è stato per me un vero Maestro e una vera guida: i suoi insegnamenti, dentro e fuori dalla sala operatoria, restano e rereste- ranno in me indelebili per sempre. Ad un anno dalla sua scomparsa, conoscendo bene come pensava e agiva, penso di poter dire dire che sarebbe orgoglioso di quello che stiamo facendo. La Fondazione continua infatti a perseguire le finalità da lui tracciate con immutato vigore ed orgoglio, aprendosi al contempo ad un rinnovamento che ne espanderà il campo d’azione. Quello che siamo oggi lo dobbiamo certamente a lui".

E le figlie ricordano che "alcuni anni fa, riassumendo il perché la Fondazione avesse il nome di “Arpa”, papà, fra le altre cose, scrisse ”Che senso ha dunque prodigarsi senza riuscire a stimolare condivisione e partecipazione”. Nel corso di quest’ultimo anno abbiamo continuato a ricevere manifestazioni di affetto da tantissime persone che desiderano non solo mantenere vivo il ricordo dell’uomo giusto che era, ma anche dare contributi operativi e disponibilità per i progetti della Fondazione Arpa, segno evidente che la sua assenza fisica è di stimolo per fare ancora di più. Con affetto e gratitudine, vogliamo rinnovare il debito di amicizia e ringraziare tutti per ciò che è stato fatto e per ciò che sarà".