“E’ tutto un dono”, filosofia di vita che si fa poesia nella raccolta di Costantino Raspi

La silloge, opera prima dell'autore, vuole provare a trasmettere emozioni e provocarne altrettante nel lettore

Costantino Raspi con la moglie Anna in un momento (non raro) di felicità

Costantino Raspi con la moglie Anna in un momento (non raro) di felicità

Pisa, 15 gennaio 2024 – “E’ tutto un dono” è il titolo della prima raccolta di poesie del pisano Costantino Raspi, gradito e inaspettato regalo di Natale per amici, colleghi e quanti condividono con lui pezzi di vita autentica. L’opera di Raspi è una silloge di componimenti a schema libero, che partono da esperienze quotidiane, per provare a trasmettere emozioni e provocarne altrettante nel lettore. “Le mie trenta emozioni” -così le definisce il neo poeta- scaturiscono proprio dal vissuto quotidiano, dalle esperienze, sempre forti, della gioia, del dolore, della malattia, della felicità, della tristezza. Se l’elaborazione della realtà è certamente intima, talora frutto di lunghe pause, di silenzio e di analisi interiore, le manifestazioni delle emozioni sono invece sempre calde, colorate, rumorose, irruenti, al limite del parossismo, con un’intensità di relazione con la vita e con le persone che è parte costituente della sensibilità dell’autore. SUONI E RUMORI – In un mondo inquinato dai “suoni delle ipocrisie”, sono i rumori che vuole trasmettere Raspi, consapevole che “la verità si nasconde nei rumori del cuore”. “Amo Dio con tutti i miei rumori”, “Adesso capisco i rumori che fanno festa nella mia anima”, “Gusto il turbolento rumore delle mie emozioni”, “Intensi rumori vivono felici nel profondo del cuore” sono solo alcune espressioni della percezione positiva del “rumore” da parte dell’autore. LUCE E COLORI – Anche la scala cromatica non ha mezzi termini nelle emozioni di Raspi: al bando le sfumature in cui si annida la negatività, nella consapevolezza che “L’ombra fa più male del buio”, via libera alla luce intensa, immagine del divino (“Nitida è la luce del dolore”), all’arcobaleno, ai colori, in particolare all’arancione dell’amato Van Gogh (“Le emozioni riempiono di arancione l’odore dei miei passi”). SPERANZA – In una realtà che talvolta è dolorosa, l’amore di Dio, quello della moglie Anna, dei figli Giorgio, Luigi e Roberto e dei numerosi amici è una certezza che spinge verso la vita (“L’anima mangia le speranze e alimenta la voglia di futuro”) in una corsa continua in cui “So dove correre, So con chi correre, So perché corro”, “raccogliendo il gusto della corsa e ascoltando il rumore della vita”, nella consapevolezza che...”E tutto un dono”. Giuseppe Chiapparelli