Pienza, le ballerine si spogliano in Duomo. L'ira del parroco: "Blocco la fiction"

Infuria il dibattito sull'uso del luogo di culto

Il duomo di Pienza

Il duomo di Pienza

Pienza (Siena), 4 agosto 2018 - Lo storico Duomo di Pienza, in terra senese, che diventa un camerino improvvisato. Usato dalle ballerine di uno spettacolo in piazza, che si spogliano per cambiarsi d’abito all’interno dell’antico luogo sacro. Così il parroco s’infuria e blinda le porte.

La cattedrale di Pienza, perciò, non ospiterà più le riprese della fiction televisiva ‘I Medici 3’. Il parroco, Diritto canonico alla mano, non ha infatti concesso l’utilizzo dell’edificio religioso. Qui, per sette giorni, si dovevano girare le scene di alcune cerimonie funebri, previste nel copione della serie televisiva che andrà in onda nell’autunno del prossimo anno.

Ma ora, nella città di Pio II, va invece in scena una sorta di remake dell’infinita diatriba tra Peppone e don Camillo. C’è chi critica la decisione del parroco, don Antonio Malacarne, c’è chi, invece, la sostiene. E infuria il dibattito, peraltro sottotraccia, visti anche alcuni precedenti che avrebbero superato la tolleranza legata al rispetto del luogo di culto.

La storia, comunque, sembra chiara. Qualche giorno fa, una compagnia teatrale arrivata a Pienza dall’Umbria va in scena, nella piazza Pio II , con lo spettacolo ‘Gesù Superstar’. La chiesa diventa così un punto di appoggio e finisce per essere trasformata in una sorta di camerino. Qui gli artisti si cambiano. Lasciano gli abiti di scena, vestono quelli civili. In alcuni momenti sono in condizioni persino osè.

Vengono notati dinanzi alle rappresentazioni sacre, in un connubio ritenuto non compatibile. Così, quando arriva la richiesta della Lux Vide per l’utilizzo della Duomo nelle riprese in chiesa di ‘Medici 3’ – che nulla ha a che fare con lo spettacolo precedente – don Andrea, dopo aver rappresentato le sue intenzioni al Vescovo, dice no mettendo nero su bianco il diniego.

Quando tra gli abitanti di Pienza si diffonde la notizia, esplode la polemica. Ci sono i favorevoli, ci sono i contrari. Da una parte si osserva che la Chiesa è un luogo di preghiera, di culto, e che può essere concessa solo eccezionalmente per concerti di musica classica o per mostre d’arte. Destinare per sette giorni la Chiesa alle telecamere, al parroco è sembrato troppo. Dalla parte di Peppone, il sindaco Fabrizio Fè, si ribatte che la fiction rappresenta un grande motore pubblicitario per rafforzare l’immagine di Pienza e dei suoi capolavori artistici.

E si aggiunge che c’è un aspetto legato al giro commerciale. Un cast di settanta persone, tra operatori, attori, registi, che per venti giorni si ferma, porta lavoro ad alberghi, bar, ristoranti. Con il no all’utilizzo del Duomo la presenza degli operatori si riduce perché limitata alla realizzazione delle sole riprese esterne, già autorizzate dal Comune. C’è chi, infine, spera che il parroco riveda la sua decisione. Ma don Andrea, giovane sacerdote, è determinato perché convinto che non si possa eccedere nelle deroghe. E Pienza si divide, sia pure in un clima di quasi omertà.