SIMONA
Cronaca

Demolire le edicole: ingiustificabile

Simona

Corradini*

Dismettere il patrimonio pubblico è divenuta per il nostro comune una sorta di “best practice”, vale a dire il modo migliore per riqualificare la città. La distruzione di molte edicole, in molti casi elemento storico del paesaggio urbano, ha destato notevoli perplessità.

A suo tempo le edicole costarono non pochi sacrifici ai gestori, poiché era proprio l’ufficio per il commercio a richiedere che fossero realizzate secondo una tipologia molto costosa, e questo in nome del decoro urbano. Andiamo a vedere le carte e le decisioni interne che hanno portato a un intervento così drastico – le si demolisce e via – e questo nonostante ultimamente in consiglio comunale si fosse deciso di valutare progetti di riqualificazione. È stato il Comune a pagare la distruzione e lo smaltimento delle edicole e il ripristino dell’area ad esse relativa? E, se sì, a quale titolo? O forse tale costo è spettato al privato, che ne era proprietario? E ancora, si poteva cedere l’edicola al comune per un suo riutilizzo?

Questi sono i primi, importanti punti che il Comune deve chiarire, e al più presto.

Il pagamento del suolo pubblico da parte dei gestori dei chioschi dovrebbe essere affrontato con l’obiettivo, da parte del Comune, di acquisirli al patrimonio per poi trasformarli, come avviene in altre città. C’è sempre più fame di punti di riferimento e aggregazione, di luoghi per socialità e cultura collettive, di sedi per associazioni in cui fare attività di quartiere, di strutture agili in cui dare vita a mercatini (Livorno è stata a lungo un paradiso per chi ama i libri usati), mostre, turismo, tutte cose per le quali si potrebbero usare le edicole ormai chiuse attrezzandole con minime modifiche. Sinceramente la scelta di distruggerle sa tanto di “buttare via” pezzi di città, luoghi, ricordi e valori; averlo fatto senza discuterne è ingiustificabile, tanto più in assenza di spiegazioni.

*Direttivo

di Buongiorno Livorno