
La polizia scientifica sul luogo del delitto
Pisa, 6 aprile 2023 – Assolto per "vizio totale di mente". Omicidio ( foto Del Punta per Valtriani ) del barbiere Halim Hamza, 32 anni, in via Corridoni dell’estate scorsa: l’avvocato Massimo Parenti, difensore del 37enne di origini tunisine, Mourad Talbi, reo confesso, aveva chiesto e ottenuto una nuova consulenza sul suo assistito a distanza di mesi dal fatto. L’uomo era stato rinviato a giudizio. E, anche in seguito ai risultati di questa nuova perizia, il caso è stato chiuso ieri con l’assoluzione in Corte d’assise (presidente Beatrice Dani, a latere Annalisa Dini). Dovrà restare però nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), dove già si trova, per 15 anni.
Il perito del Tribunale, professor Paterniti, aveva concluso per il vizio totale e proposto una comunità terapeutica. Mentre quello della famiglia della vittima, il professor Pieri, aveva ritenuto necessaria in ogni caso una misura di sicurezza particolarmente garantita, come la Rems, appunto. Anche la vedova di Hamza, Harakat Rabab, che non era presente in aula, ieri, ancora molto addolorata ha spiegato al suo legale, l’avvocato Ottavio Bonaccorsi, che riteneva "necessaria una misura di sicurezza importante" per l’uomo che ha ucciso suo marito.
Durante l’interrogatorio, il giovane Mourad aveva raccontato, dopo tre notti insonni, di aver preso il coltello -poi ritrovato a pochi passi dal corpo di Hamza, il parrucchiere padre di due bambini piccolissimi (uno del 2021 e una del 2022) - in un negozio gestito da cinesi vicino a Massa. Al negoziante, con una lama di 20 centimetri, aveva inferto un solo colpo senza dire una parola. Talbi, in quella domenica calda, si era presentato poco dopo alla caserma dei carabinieri per costituirsi ("Sono stato io"). Le indagini sono state seguite dalla squadra mobile della questura.
I due si conoscevano. "Lo avevamo ospitato e aiutato", aveva spiegato la moglie di Hamza che ha ottenuto un permesso di soggiorno, ma non ha una casa sua. "Attiveremo la procedura per chiedere il fondo per le vittime di violenza", afferma l’avvocato Bonaccorsi.
"Era inverno e Mourad Talbi viveva per strada – racconta la signora – Gli abbiamo aperto le porte di casa, offrendogli vestiti puliti, un piatto caldo e un riparo. E’ capitato poi alcune volte in negozio per tagliarsi i capelli". "No. Non ci sentivamo minacciati da lui", aveva aggiunto. Ma Talbi, durante la convalida, aveva ribadito di aver subito presunte violenze in passato. Avrebbe riferito di avere agito così per accendere i riflettori su una presunta vicenda di abusi di cui sarebbe rimasto vittima da parte di un conoscente dell’uomo che ha poi ucciso. Prima dell’ultima volta, era stato già arrestato oltre dieci volte e in passato aveva ricevuto anche un foglio di via. Il negozio "Dawdi" in via Corridoni, davanti al quale è stato ucciso Halim, resta ora aperto grazie al dipendente.