
Giovanni Paolo Benotto, vescovo di Pisa
Pisa, 9 marzo 2020 - «Sospendere le celebrazioni religiose è stato doveroso ma sinceramente non so quanto possa servire vietare gli assembramenti nelle chiese se poi li si consentono nelle piazze e in altri luoghi pubblici: basti pensare a quel che è accaduto a Pisa, in Piazza delle Vettovaglie e dintorni, nelle ultime sere". Mette subito il dito nella piaga l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto che ieri mattina quasi all’alba, al pari di gran parte degli altri vescovi della Toscana, ha inviato una nota a tutti i parroci della diocesi chiedendo di "ottemperare alle norme nuove che proibiscono ogni celebrazione religiosa sul territorio nazionale".
C’è qualcosa che non la convince nelle ulteriori restrizioni decise dal Governo? "Al contrario: sono convinto che possano essere senz’altro utili per attenuare la diffusione del contagio. A patto, però, di riuscire a ridurre l’aggregazione di più persone in tutti i contesti. Altrimenti, purtroppo, temo possa servire a poco".
Fino a quando resteranno chiuse le chiese? "Attenzione, mi permetta di precisare: gli edifici di culto cattolici non sono affatto chiuso e se un fedele vuole entrare per una visita o per pregare può farlo, a patto ovviamente di rispettare le norme d’igiene, prevenzione e distranza fra le persone. Ad oggi fino al 3 aprile sono sospese le celebrazioni religiose, inclusi i funerali".
Eccellenza, lei è preoccupato? "Certo. Lo sono come tutti e spero vivamente che anche grazie agli ultimi provvedimenti possano bloccare la diffusione del Coronavirus".
Che messaggio manda ai fedeli un po’ disorientati per una Quaresima senza celebrazioni? "Intanto che la Quaresima va vissuta soprattutto nel cuore di ciascuno e nulla impedisce di vivere la preghiera e l’ascolto della Parola, ciascuno nei propri contesti. E’ vero che non ci sono i sacramenti e comprendo che questo possa creare un po’ di disorientamento, ma c’è la possibilità di seguire le celebrazioni in tv o via streaming. Al riguardo il provvedimento è freschissimo ma anche nella diocesi di Pisa stiamo studiando delle opportunità per condividere, sia pure a distanza, le celebrazioni più importanti del periodi di Quaresima".
Che cosa dire, invece, ai bambini che hanno visto prima chiudere le scuole e poi sospendere catechismo e messe? "Ai genitori suggerisco di non nascondere la verità ai più piccoli, ovviamente senza fare terrorismo psicologico: esiste anche la malattia e tutti quanti dobbiamo mettere in atto quei comportamenti che sono necessari per prevenirle".
E’ preoccupato per i sacerdoti, chiamati per vocazione a vivere in mezzo alla gente? "A Pisa, per adesso, non ci sono contagi. Fin dall’inizio abbiamo messo in campo tutte le precauzioni suggerite da istituzioni sanitarie e conferenza episcopale: acquasantiere vuote, niente scambio della pace a messa e comunione distribuita solo sulla mano, attenzione al rispetto delle distanze in occasione delle attività pastorali e sospensione di catechismo e benedizioni. Tutte attenzioni che, finora, sono state rispettate".
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